Ciao Carletto, sei stato un inno al sorriso e all’ironia
LECCE – Siamo tutti di passaggio, è vero, ma non si è ancora capito perché ad andarsene sono quasi sempre i migliori, le belle persone. Ma una spiegazione ci sarà pure. Quando cogliamo un fiore, d’altronde, scegliamo quello più bello. Non è certo una consolazione, perché la morte di Carlo Piccinonno lascia un segno profondo nel cuore di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di stargli accanto, anche per poco. Eh sì, perché bastava davvero poco per volergli bene. Sguardo sornione, lingua tagliente, dissacrante quanto basta e con un sorriso prorompente e contagioso. Incontrarlo era un piacere. La battuta era già pronta, a volte spiazzante, a volte irridente, sempre condita da una incredibile gioia di vivere e di far vivere.
Carletto è stato un testimone di positività e quindi di bellezza. Un inno al sorriso e all’ironia. Un uomo di una sincerità disarmante, capace di unire e di mediare senza essere saccente o pedante.
Si è fatto conoscere anche dallo sterminato popolo dei social, da quanti soprattutto hanno colto nelle sue “esternazioni” quotidiane spunti intelligenti mescolati a profonde riflessioni. Il suo “chiviemmorti” è entrato nel nostro lessico disegnando strade nuove da percorrere all’insegna dello humor e della leggerezza, camuffata, a volte, da una malcelata malinconia. Eh sì, perché nascondeva barlumi di fragilità ma nello stesso tempo riusciva a trasmettere massicce dosi di generosità. Perché Carlo era una persona buona, capace di regalare incredibili slanci affettivi.
Le sue parole vanno dritte al cuore. Sono pronunciate da chi non teme il giudizio altrui, da chi sa bene che la vita gli ha tolto tanto. Come gli uomini veri che non cercano giustificazioni, sotterfugi o scorciatoie di sorta.
Caro Carletto, ora continua ad essere impertinente e irriverente anche da lassù. Tanto ora sarai in ottima compagnia: Pinguino è li che ti aspetta a braccia aperte per continuare a ridere a crepapelle. Perché – come dice Victor Hugo – “la risata è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano”.