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Boom di immatricolazione di bus, ma 1 mezzo su 3 è obseleto

ROMA  – Continental ha realizzato anche quest’anno l’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto alla sua quarta edizione. Lo studio fotografa lo stato del settore nelle province italiane nel 2023, dopo un 2022 caratterizzato da un rallentamento seguito alla ripresa post Covid-19, e prova a tracciare la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità e la categoria euro del parco circolante.

Immatricolazioni: a Lecce +277% di nuovi autobus

Il trasporto merci oltre le 16t nel 2023 in Italia ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022. La Puglia mostra una crescita del 27,6% pari a 1.036 nuove targhe. Lecce segna un aumento del 24,1% con 134 nuove targhe.

Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dalla capienza, registra un +45,8% con 5.434 immatricolazioni tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. In questo comparto la Puglia segna un balzo in avanti del 75,7% (pari a 441 nuove registrazioni). A Lecce l’incremento percentuale è maggiore (276,9%) al netto di 49 nuovi bus.

Alimentazione: a Lecce l’elettrico arriva all’1% e l’ibrido a 2,8% nel parco autobus

La situazione italiana per alimentazione del parco merci circolante nel 2023 (relativa agli autocarri di ogni peso totale a terra) rimane quasi invariata rispetto al 2022: il gasolio continua ad essere predominante (90,3%) seguito da benzina e metano (a 4,5% e 2,1%). Timidissima crescita per le alimentazioni alternative: i veicoli a GPL segnano un +1,5% contro l’1,4% del 2022, così come gli elettrici (0,4% contro lo 0,3%); crescita più sostenuta per gli ibridi (0,5% se con motore termico a gasolio e 0,6% a benzina).

La Puglia mostra una certa stabilità. Solo il gasolio e l’ibrido subiscono variazioni: il primo cala da 93,4% a 93,2%, il secondo invece cresce da 0,4% a 0,6%. L’elettrico rimane fermo a 0,1%.

Anche la situazione in provincia di Lecce è piuttosto ferma: l’ibrido cresce di 0,3 punti percentuali e arriva a 0,8% mentre il gasolio scende di 0,4 punti e si attesta a 92,6%.

Il parco autobus nazionale (di tutte le dimensioni) vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative, dovuta essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio: la maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1%), il metano è al 6,1% e le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2% (rispettivamente 1,3% e 0,9%).

In Puglia le trazioni alternative ibride ed elettriche registrano una buona crescita: l’ibrido dal 4,4% passa a 7,5% e l’elettrico da 0,5% a 0,8%. Il metano sale di 0,6 punti percentuali e arriva a 4,9% e il gasolio cala di 3,3 punti fino al 91,2%.

A Lecce l’elettrico arriva all’1% e l’ibrido a 2,8%. Il metano copre l’1,5% e il gasolio sfiora il 94%.

Categoria Euro: a Lecce più di un mezzo pesante su due è inquinante

Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4, 5 e 6 che, insieme, raggiungono il 55,5% del totale. I dati di Euro 0, 1, 2 e 3 (pari al 44% complessivo) necessiterebbero di analisi approfondite in quanto potrebbero essere viziati da iscrizioni al PRA di veicoli non più circolanti.

La Puglia ha un parco in progressivo rinnovo, ma rientra ancora tra le regioni con prevalenza di veicoli inquinanti: qui gli Euro 0, 1, 2 e 3 coprono il 54% e gli Euro 0, da soli, il 19%.

Stesso panorama a Lecce dove le categorie meno ecologiche insieme arrivano al 52,5% e gli Euro 0 al 16,8%.

In Italia, la percentuale di autobus Euro 4, 5 e 6 rappresenta il 59,3% del parco. Anche in questo caso la quota degli Euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione, mentre i veicoli Euro 2 ed Euro 3 passano al 39,9% sul totale.

In questo comparto la Puglia si mostra la regione più virtuosa del Sud Italia: la maggioranza del parco circolante è rappresentato dalle classi più ecologiche che arrivano a quota 52,2%.

Situazione opposta in provincia di Lecce dove gli Euro 0, 1, 2 e 3 coprono la maggior parte del parco (51,4%).

Anzianità: a Lecce il 33,4% degli autobus supera i 20 anni

L’età degli autocarri in circolazione in Italia rispecchia a grandi linee la loro classe ecologica; la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta dal 3,6% al 4,4% ma allo stesso tempo invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli tra uno e cinque anni. I dati dei più anziani potrebbero essere anche qui viziati dal permanere sui registri di veicoli non più circolanti, tanto che la fascia oltre i 20 anni risulta la più diffusa con il 35,3% del circolante.

In Puglia complessivamente gli autocarri con meno di 10 anni sono il 23,5% (vs 35,2% dell’Italia) mentre quelli con più di 30 anni il 20,5% (vs 15,8%). La fascia di veicoli fra 20 e 30 anni è la più rappresentata col 22,6%.

A Lecce il 17,7% del parco è rappresentato da mezzi sopra i 30 anni, in aumento rispetto al 2022 (17,3%). In linea con la media regionale, gli autocarri sotto i 10 anni arrivano al 23,2%. La fascia più diffusa rimane quella tra i 20 e i 30 anni che sale a 22,9% (+1,4 punti percentuali rispetto al 2022).

Gli autobus italiani risentono positivamente dei contributi per le flotte di TPL e generalmente i mezzi più vecchi registrano dati più aderenti alla realtà rispetto agli autocarri di pari età. Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino a un anno) e in generale il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022).

In Puglia il parco è in progressivo e deciso svecchiamento ma risulta ancora datato: i veicoli sopra i 20 anni coprono il 34,6% (vs 27,5% dell’Italia) e quelli sotto i 10 anni il 35%. La fascia più diffusa è quella tra i 20 e i 30 anni (pari al 24,3%).

Rispetto allo scenario regionale, a Lecce la percentuale di autobus giovani scende a 29,7% e quella di autobus datati a 33,4%. La fascia più diffusa è quella tra i 20 e i 30 anni, al 23,9%.