LECCE – Accuse gravissime, attacchi all’arma bianca e una infinità di polemiche. Ujno spettacolo indecente quello andato in scena nell’aula consiliare di Palazzo Carafa. Sul caso Lupiae si riaprono vecchie ruggini. Sotto i riflettori gli ordini di servizio decisi dai vertici della Lupiae. Per Ugl e Cobas sarebbero del tutto illegittimi in quanto si profilerebbero una serie di demansionamenti.
C’è di più. Questo provvedimento – sempre secondo le sigle sindaacli – non sarebbe altro che la risposta dell’azienda alla richiesta di ripristino del full time e del ricorso al vecchio contratto firmato con 80 lavoratori. “Gli stessi, guarda cas – ha sottolineato il consigliere Roberto Giordano Anguilla – che hanno chiesto un aumento del monte ore. “Una ripicca, un mobbing mascherato solo per quanti hanno avuto l’ardire di chiedere il ripristino del vecchio orario di lavoro e dei relativi livelli contrattuali”, ha tuonato il segretario dell’Ugl Maurizio Lezzi.
Ma ad accendere gli animi in Commissione controllo è stato l’intervento di Gigi Ranfino dei Cobas che ha parlato apertamente di discriminazioni e di disparità di trattamento economico tra i lavoratori: “C’è chi percepisce superminimi addirittura superiori allo stipendio dei lavoratori indipendentemente dall’attività svolta. Non possiamo dire ai lavoratori contiunuate a fare sacrifici per mantenere i benefici di altri!”.
Ma è stato soprattutto un episodio – citato da Ranfino – a scatenare l’inferno in aula: “Un operaio interinale mentre era sul canitrere ha minacciato un lavoratrore dando pugni o schiaffi: ‘Se non ci confermano le nostre assunzioni vi spariamo in testa a tutti'”.
Una dichiarazione che ha scatenato la dura replica di alcuni consiglieri, a cominciare dal consigliere Gigi Valente: “Sono situazioni inaccettabili, dovete denunciare chi fa minacce così gravi!”. “Sia chiaro – ha aggiunto – nessuno è contro gli operai della Lupiae: ci si dimentica che tutto quello che è stato fatto lo abbiamo fatto per tutelare questi lavoratori, per mantenre il loro posto di lavoro. Nello specifico – ha aggiungo – gli stipendi ridotti sono queli pagati dal Comune, la proroga richiesta dell’accordo sindcale è sino al febbraio 2026 come da omologa”.
“Una situazione penosa – ha detto Adriana Poli Bortone – C’è chi ha perso il 30 per cvento dello stipendi e chi invece ha ottenuto dei benefici. Non c’è rispetto per alcuni lavoratori”. E di “spettacolo penoso” ha parlato il presidente della Commissione Gianpaolo Scorrano. “Solo una cosa appare, oramai, chiara a tutti: oltre alla pessima figura rimediata e all’ennesimo tentativo di boicottaggio della commissione il centrosinistra ha evidenziato tutto il proprio nervosismo circa un modo di gestire un’azienda, ma sarebbe più corretto dire la cosa pubblica in generale”.
La commissione XI di controllo tornerà a riunirsi sul tema martedì 6 febbraio alla presenza del sindaco e assessore alle società partecipate, una volta accertata la disponibilità dello stesso a partecipare.
Nella seduta odierna era assente invece l’amministratore unico della Lupiae Servizi Alfredo Pagliaro il quale ha fatto sapere che “la presunta illegitimità degli ordini di servizio può essere accertata solo in sede giudiziaria”.