La pacatezza che lo contraddistingue fa da padrone anche in una delle conferenze stampa più delicate dei suoi otto anni di presidenza. Saverio Sticchi Damiani ci vuole mettere la faccia dopo la contestazione dei tifosi che hanno aperto una crepa in un rapporto che sembrava idilliaco tra club e tifoseria.
Il presidente giallorosso, però, lascia per ultimo il tema più caldo, quello dei tifosi. Parla al contrario della situazione economica che vive il calcio e di come il Lecce stia provando a trovare una strada alternativa a quella percorsa dalle contendenti per la salvezza. «In questa Serie A si stanno formando due blocchi: le grandi compagini e quelle medio piccole. Le prima si giocano l’accesso alle coppe mentre le piccole non potranno accedere, se non difficilmente, ai bonus Uefa. Le uniche risorse sono determinate dai diritti domestici che, però, in base alla legge Melandri, invece di favorire chi non possiede le risorse delle coppe, favoriscono le grandi.»
Sticchi Damiani, con i soci che lo accompagnano in questa avventura, vuole far uscire il suo il Lecce da questo labirinto. «In un momento in cui si parla di plusvalenze fittizie e di bilanci falsati, la A è un campionato ancora più povero. Le piccole devono far rinunce oppure indebitarsi. C’è chi rinuncia a investire sul vivaio, c’è chi si indebita. Noi abbiamo deciso di far qualcosa di diverso. Abbiamo puntato sul settore giovanile e anche abbiamo scelto di non rischiare sul mercato per evitare di indebitarci.»
Il presidente vuole essere chiaro con i tifosi. «La trasparenza è la migliore medicina, in quanto siamo un’azienda. Le neopromosse sono le uniche a dare soldi alla B ad inizio stagione e noi abbiamo dato tre milioni alla cadetteria. Noi rispetto ad altre, avremmo potuto fare plusvalenze a gennaio, ma abbiamo preferito puntare alla salvezza piuttosto che cedere un nostro calciatore importante (Hjulmand ndr). In più, senza far polemica, abbiamo firmato una convenzione per la manutenzione dello stadio che ci ha costretto ad investire parte dei nostri introiti nel rifacimento delle tribune. Non avevamo altra scelta. Anche perché non si parla più dei soldi destinati allo stadio per i Giochi del Mediterraneo, la cui organizzazione sembra essere stata commissionata.»
Il messaggio per i tifosi è eloquente. «Non abbiamo più debiti, anche quelli legati al Covid, ed è l’unica strada per avere appeal. Il budget per due calciatori in più in estate, è stato destinato alla Primavera. Non credevo mai che la Primavera raggiungesse tale livello, credevo piuttosto in una A1 dignitosa. È un progetto grande quello della Primavera e restare in A è una opportunità assoluta. Inoltre abbiamo eliminato gli sprechi e inserito elementi in società che ci aiutano ad ottimizzare le spese. Abbiamo preso la squadra in C e per portarla fuori dal pantano e questa impresa è costata 25 milioni.In A ci sono squadre che si sono ipotecate i centri sportivi, e anticipati i paracadute o i diritti tv per pagare gli stipendi attuali. Noi oggi stiamo superando difficoltà immani, ma senza debiti.»
Il presidente parla del momento che sta vivendo il gruppo giallorosso. «Non è sicuramente piacevole fare un punto in sette gare, ma bisogna essere realisti e queste cose possono accadere. Le ultime due partite mi sono piaciute, come quella di Firenze. Ad Empoli la squadra invece non mi è piaciuta e lo dico chiaramente. Baroni sta facendo un lavoro eccezionale con una squadra giovane e formata da tanti stranieri che sono alla prima loro esperienza in A. Mi aspetto contro il Milan una squadra viva che produce occasioni come accaduto con Napoli e Samp. Il mister ha trovato degli accorgimenti tattici che hanno superato quel momento apatico in fase d’attacco che mi aveva fatto preoccupare.»
Poi il presidente fa l’avvocato e difende a spada tratta il gruppo. «Questo gruppo non ha criticità, non c’è neppure un elemento di disturbo che pensa a se stesso e non al bene della squadra. È un gruppo vero che non difenderei se non lo meritasse. Abbiamo provato a spiegare ai ragazzi il motivo passionale della contestazione e rispetto chi pensa che la squadra possa fare di più. Compito nostro è quello di far capire e tradurre in messaggio positivo quelle parole.»
Sticchi Damiani chiama i tifosi ad un ricompattamento in vista del traguardo salvezza. «Il livello di difficoltà è massimo, i recenti insuccessi dispiacciono a tutti, ma abbiamo superato momenti ben peggiori. Pensate a quel Lecce-Siracusa in C che è molto simile alla gara con la Samp. Allora venne la Nord a confrontarsi con noi in un dialogo tra uomini. I tifosi si sono abbonati in ventimila e stanno facendo un lavoro pazzesco e non stanno facendo meno rispetto alla società in termini di sacrifici economici, passione e tempo. Sono liberi di criticare ma vorrei dire che non ci aiuta nessuno, quindi o ci stringiamo tutti intorno alla squadra, oppure è facile enfatizzare sulle contestazioni per rompere il clima di serenità.»
Il presidente in ultimo risponde a chi gli fa notare che nel mercato di gennaio si sarebbe potuto far di più per rinforzare l’attacco. «Il mercato di gennaio non è stato condizionato dalle risorse destinate al settore giovanile. Nessuna squadra che oggi è in lotta per salvarsi si è rinforzata a gennaio perché il mercato principale è di base quello estivo. In quel mese abbiamo fatto una analisi approfondita sull’attacco. Dobbiamo andare sui numeri e se analizziamo quelli dei gol segnati dagli attaccanti delle medio-piccole, il Lecce ha ben sette squadre sotto nella speciale classifica. Credo che questo abbia fatto propendere per non intervenire in questo reparto e invece concentrarsi sulla difesa dove il reparto era scoperto per i numerosi infortuni.»
Foto a cura di Andrea Stella