LECCE – “Siamo di fronte ad una gravissima emergenza. E’ necessario attivare al più presto non solo il Pronto soccorso pediatrico ma anche la terapia intensiva pediatrica e l’Obi, l’osservazione breve intensiva riservata ai bambini. Così non si può più andare avanti”
Dopo la richiesta avanzata ieri dal sindacato regionale FSI-USAE relativamente all’attivazione del pronto soccorso pediatrico, interviene oggi Antonio Aguglia, presidente di Tria Corda, l’associazione che da oltre dieci anni porta avanti la battaglia per la realizzazione del Polo pediatrico del Salento.
“Il pronto soccorso del Vito Fazzi è oramai al collasso. Il personale sanitario non riesce a soddisfare le numerose richieste che giungono da tutta la provincia di Lecce. E i bambini finiscono inevitabilmente per restare coinvolti in questo caos generato da un’organizzazione non sufficientemente adeguata e da una assoluta carenza di personale medico e infermieristico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le famiglie sono costrette a rivolgersi altrove, abbandonando il territorio per far assistere e curare i loro figli in maniera celere ed efficace.
“E’ praticamente impossibile, al momento, riuscire a gestire in maniera adeguata sul piano sanitario le numerosissime richieste di accesso al reparto di urgenza ed emergenza che giungono dai bambini. In ottomila mediamente all’anno si rivolgono al pronto soccorso. Un numero preoccupante perché il poco personale che opera nella struttura sanitaria fa fatica a dar loro le migliori risposte possibili nonostante il notevole impegno profuso e la grande professionalità messa in campo. Siamo lieti che anche le organizzazioni sindacali abbiano compreso il problema e stiano al nostro fianco in questa che è anche una battaglia di civiltà”.
“Aspettiamo risposte concrete – aggiunge Aguglia – dall’assessore alla Sanità Rocco Palese. E’ necessario dare una decisa accelerazione alla realizzazione del Polo pediatrico. Siamo ancora in attesa che la Commissione Tecnica individui una delle sette ditte che hanno presentato il progetto per l’adeguamento strutturale, tecnologico e medico del secondo piano dell’ospedale Vito Fazzi. Occorre fare presto. Questa è una vera emergenza del territorio. Mentre a livello nazionale si è aperto il dibattito sul progetto di autonomia differenziata possiamo ragionevolmente affermare che qui nel Salento riguardo ai livelli minimi assistenziali siamo già in gravissimo ritardo: la differenza tra l’accesso alle cure dei bambini delle province di Lecce, Brindisi e Taranto rispetto alle regioni settentrionali è sin troppo evidente. Una sperequazione e discriminazione inammissibile e inaccettabile.
Ecco perché chiediamo con forza al presidente della Regione Michele Emiliano un atto di coraggio per tutelare il diritto alla salute di tutti i bambini e lo invitiamo ad assumere un’iniziativa forte, in comune accordo con tutti i presidenti delle altre regioni meridionali, per salvaguardare e valorizzare tutte le strutture sanitarie del Sud e tutti gli uomini e le donne che operano al loro interno. Nessuno può e deve restare indietro, tanto più i bambini che rappresento il nostro presente e, soprattutto il nostro futuro”.