Al via a maggio gli espianti degli ulivi secchi a causa della Xylella fastidiosa grazie alle banche dati del catasto olivicolo di Agea come strumento di verifica del numero di piante di olivo danneggiate già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019. E’ quanto ha annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, nel corso del Consiglio provinciale di Lecce di Coldiretti che aveva sollecitato le procedure di espianto con gli agricoltori che vogliono tornare a lavorare e a produrre in Salento.
“E’ un fondamentale contributo per favorire la resilienza ambientale e il paesaggio dell’area colpita dalla Xylella, in quanto il batterio killer degli ulivi ha provocato il disseccamento di migliaia di ettari arborati, oltre 90mila ettari di superficie olivetata in provincia di Lecce, un territorio esteso a rischio desertificazione e incendi”, afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.
Entro la fine di maggio – continua Coldiretti Puglia – sarà completata l’istruttoria, secondo quanto annunciato dall’assessore Pentassuglia, delle 600 domande singole a valere sull’art. 6 del Piano di Rigenerazione del Salento e della 4.1c del PSR Puglia per migliorare redditività, competitività e sostenibilità delle aziende olivicole ricadenti nei territori colpiti dalla Xylella fastidiosa, che ora ha a disposizione altri 3 milioni di euro, come deciso nel corso del Comitato sorveglianza nazionale per i fondi del SUD.
Annunciato anche il secondo bando per la salvaguardia degli ulivi monumentali attraverso la pratica degli innesti – aggiunge Coldiretti Puglia – per cui sono a disposizione 2,2 milioni di euro del Piano per la rigenerazione olivicola, dopo che Xylella ha fatto scomparire per sempre 1/3 degli ulivi monumentali in Puglia, privando l’Italia di storici esemplari di inestimabile valore sul piano storico, ambientale, economico ma anche occupazionale.
Con il primo bando sono giunte 94 domande per 2,8milioni di euro, per cui va aperto un secondo bando per assorbire il totale di 5 milioni in dotazione sulla misura, apportando dei correttivi che Coldiretti Puglia ha già proposto, perché non sono stati finora sortiti gli effetti sperati. Le aziende vanno anche supportate con un sostegno al reddito per 5 anni fino a quando gli ulivi innestati non recuperano produttività e misure a superficie per ettaro.
Nella Piana degli Ulivi Monumentali è altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario. Si stima che alcuni potrebbero addirittura avere un’età fino a 3.000 anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all’impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli. La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti Puglia – molto più complicata, con rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.
Un impegno che rischia ora di essere vanificato dall’epidemia di Xylella che dal 2013 ad oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di quasi 3 miliardi euro, secondo un’analisi della Coldiretti. Una vera e propria tempesta perfetta con gli agricoltori senza reddito da ormai 8 anni, 21milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, e un trend che – rileva Coldiretti – rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ in Puglia e rilanciare la più grande fabbrica green italiana.
Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada – spiega la Coldiretti Puglia – è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare gli ulivi millenari. Si tratta di una speranza confortata da alcune evidenze empiriche rilevate dopo anni di sperimentazione che hanno consentito di individuare cultivar capaci di reggere gli attacchi della malattia.
La Xylella è arrivata in Puglia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati – conclude Coldiretti Puglia – con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva.