“Un no forte e deciso a qualunque parco eolico offshore di fronte alle nostre coste, perché la difesa dell’ambiente passa obbligatoriamente dalla difesa del paesaggio. Mi opporrò con tutte le mie forze, anche da solo!
Quasi cento pale di 300 metri di altezza ognuna inficiano, ridicolizzano e deturpano il nostro panorama, il nostro mare e affondano l’attrattiva delle nostre marine: Torre Rinalda, Spaiggiabella, Torre Chianca, Frigole e San Cataldo. L’impatto visivo sul territorio è tale che le pale galleggianti sull’Adriatico si vedranno anche dal litorale opposto: quello ionico. Avete capito bene! L’ombra delle pale attraverserà il salento intero e l’infrastruttura non sarà invisibile neanche ai bagnanti delle spiagge gallipoline, nonostante si trovino sul lato opposto.
Ciò è scritto a chiare lettere negli elaborati tecnici del progetto (Valutazione impatto visivo) che si vuole realizzare a 9 km dalla nostra costa, tra Brindisi e San Cataldo, e che il sindaco della nostra città ha deciso di sostenere e promuovere “in considerazione dell’orografia e conformazione del territorio, il raggio di influenza di circa 60 km include gran parte dei territori Provinciali di Brindisi, Lecce ed in parte la porzione meridionale della Provincia di Taranto”.
Sfugge a Salvemini, come anche ai suoi cugini del PD brindisino, che la Puglia, ma soprattutto il Salento, poggia la sua economia sul comparto turistico e si gioca il suo futuro proprio sullo sviluppo di questa offerta.
Qui non si tratta di garantire le basi della transizione ecologica, di per sé obiettivo prioritario di ogni parte politica, ma di salvaguardare i beni e le risorse che ci hanno permesso di diventare ciò che siamo, dal punto di vista naturalistico, turistico – e quindi economico – e culturale.
Per l’ennesima volta Salvemini non si preoccupa di chiedere ai leccesi come la pensano. Come non si preoccupa neanche di tradire ancora una volta le aspettative della città e delle marine sulla darsena di San Cataldo e su quella di Frigole che, in caso di realizzazione dell’infrastruttura, non avrebbero più motivo di esistere.
In ogni suo intervento il sindaco non perde occasione di richiamare valori come condivisione e salvaguardia del bene comune. Ma poi puntualmente questi propositi non superano mai la dimensione degli stessi demagogici comunicati stampa che li contengono.
Oggi, come al solito, come sempre è accaduto in occasioni simili, Salvemini evidenzia che non gli compete: i parchi eolici offshore sono una competenza ministeriale e non comunale. Ma dimentica – o fa finta di dimenticare – che lui è il rappresentante della comunità locale, non solo il capo dell’Amministrazione Comunale, e che, da buon padre di famiglia, avrebbe dovuto ascoltare i cittadini, prima di prendere posizione, e, successivamente, farsi porta voce delle istanze dei leccesi. Ma mi rendo conto che oggi a Lecce questa è fantascienza”.