“Polemica di Poli Bortone su parco eolico nelle marine? Fu la prima a volerlo”
Di Carlo Salvemini, sindaco di Lecce
Stupisce l’avversione pregiudiziale da parte della senatrice Poli Bortone in tema di fonti rinnovabili. Ricordo che fu durante il suo mandato da sindaco a prendere il via il progetto di realizzazione del parco eolico attualmente presente a Torre Chianca, nei pressi del Parco Regionale di Rauccio. In quel caso non si trattava di un impianto offshore, ma di un impianto a terra, nel territorio comunale, che vedeva il Comune protagonista dell’iter autorizzativo.
Per quanto riguarda l’istanza presentata al Ministero da Kailia Energia, che prevede la realizzazione di un parco eolico offshore di 98 aerogeneratori tra Brindisi e la costa leccese, con distanze dalla costa tra gli 8,7 e i 21,9 km, il Comune di Lecce non è chiamato a rilasciare pareri o autorizzazioni vincolanti perché l’autorizzazione è ministeriale. Da parte nostra, insieme agli uffici, faremo le analisi tecniche necessarie sul progetto e le valutazioni politiche del caso nell’interesse della comunità.
Anche in questo caso, scontiamo l’assenza del Regolamento per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non all’installazione di impianti di energia rinnovabili a terra e a mare, che il Governo si è impegnato a scrivere dopo l’approvazione a novembre scorso del decreto legislativo 199/2021 sulla nuova politica per le energie rinnovabili (RED 2), in attuazione della direttiva europea 2018/2001. Sarebbe una bussola importante per gli amministratori chiamati a pronunciarsi su proposte localizzative che invece ancora oggi sono demandate all’iniziativa privata.
In ogni caso, io non sono per i no a prescindere. Osservo che non è coerente mobilitarsi sulla base delle preoccupazioni degli scienziati sui rischi della crisi climatica, assumere nell’agenda internazionale gli obiettivi indicati dalle conferenze sul clima, da ultimo la COP26 di Glasgow, sostenere di voler ridurre le emissioni di per contenere l’aumento delle temperature entro l’1,5 gradi, e poi, di fronte a scelte di questo tipo, pronunciare no pregiudiziali che prescindono da valutazioni di merito.
Dovremmo, in particolare da amministratori pubblici, vivere questi passaggi con la responsabilità del ruolo che ricopriamo e con la consapevolezza delle complessità con le quali siamo chiamati a misurarci, non con lo spirito delle tifoserie. Guardando non alle ricadute mediatiche su domani, ma alle ricadute ambientali sulle future generazioni. Concentriamoci sul merito, non sulle suggestioni.