delle Segreterie Provinciali SLC-CGIL, FISTeL- CISL,UILCOM-UIL
Un processo è in corso nel nostro paese, trainato da logiche neoliberiste globali: il progressivo impoverimento del settore culturale, minacciato nella sua eterogeneità e fragilità. Un processo che agisce colpendo – insieme al resto della filiera – anche quei presidi culturali che garantiscono la distribuzione e quindi la conoscenza da parte del grande pubblico tanto dei film con grandi budget quanto dei film con budget inferiori, come sono i cinema ancora fino ai giorni nostri.
Il nostro territorio conta oltre ai multisala anche i più piccoli cinema-teatri, i quali resistono grazie anche al circuito d’autore e ad altre attività culturali. Tutti insieme creano una occupazione di oltre 150 persone e fanno grandi sacrifici per rimanere aperti.
Le misure per fronteggiare la crisi pandemica hanno minato profondamente la sopravvivenza delle aziende del settore, considerato erroneamente non essenziale e poco sicuro, comportando per i lavoratori una riduzione del salario e spingendoli a farsi carico della gestione dello stress che la paura del contagio e le confuse informazioni hanno generato nelle persone. Sono numerosi gli episodi in cui i lavoratori hanno dovuto confrontarsi con cittadini aggressivi o ansiosi, portatori di istanze spesso in contrapposizione tra loro.
Le recenti scelte del governo a supporto del settore sono insufficienti ed in assenza di norme che stabiliscano un tempo adeguato di rotazione nei cinema delle pellicole (prima di essere fruibili sulle piattaforme in streaming) questo comparto difficilmente potrà reggere.
Ribadiamo che i cinema sono luoghi sicuri. Invitiamo i cittadini a tornare a frequentarli. Chiediamo al governo regionale e nazionale di rafforzare le misure a sostegno del settore e farsi garanti di un’inversione di tendenza, riscrivendo misure che agiscano presso le produzioni e i distributori a garanzia della produzione culturale in un’ottica di miglioramento della condizione sociale delle comunità.