LECCE – Sono scomparsi nei giorni scorsi i professori Marko Jacov, già ordinario di Storia dell’Europa Orientale, e Salvatore Alessandrì, già ordinario di Storia greca all’Università del Salento.
Marko Jacov, già ordinario di Storia dell’Europa Orientale all’Università del Salento, componente dell’Accademia Polacca delle Scienze e Lettere di Cracovia, era stato allievo di Roger Aubert, direttore della la Revue d’Histoire Ecclésiastique e del Dictionaire d’histoire et de geographie ecclésiastiquees dell’Università Cattolica di Lovanio (Louvain), con le quali aveva collaborato. Con i suoi studi si muoveva nell’ambito di questi riferimenti culturali, improntati alla tolleranza e al dialogo interconfessionale secondo gli indirizzi tracciati dal vescovo Pierre François Marie Joseph Duprey e dal cardinale olandese Johannes Gerardus Maria Willebrands. È stato autore di diverse monografie sulle relazioni tra l’Impero Ottomano e i paesi europei e sul ruolo della diplomazia pontificia in età moderna e contemporanea. Aveva ricoperto l’incarico di Delegato ai Rapporti con i Balcani negli anni 2009/2013. I colleghi e gli studenti lo ricordano come uno studioso attento e un docente appassionato e disponibile, punto di riferimento sia per la sua profonda conoscenza delle dinamiche storiche dell’Europa Orientale sia per la sua sensibilità.
Salvatore Alessandrì, laureatosi in Lettere classiche a Lecce sotto la guida del professor Giuseppe Nenci, nel 1971 conseguì la libera docenza in Filologia greco-latina per poi vincere, nel 1986, il concorso a professore ordinario di Storia greca all’Università degli Studi di Palermo. Si trasferì a Lecce nel 1989, dove fu docente di Storia greca fino al 2009, anno del suo collocamento a riposo. Fu Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dal 1992 al 2001. Dalla sua attività di ricerca – che ha spaziato dalla storiografia di Alessandro Magno alle persecuzioni e intolleranze religiose nel mondo antico, dalla lotta politica nell’Atene del IV secolo agli Studi sulle istituzioni pubbliche ateniesi di V e IV secolo fino ai culti di Metaponto tra IV e III secolo – emerge la capacità di ricondurre la ricostruzione storica ai più diversi contributi delle scienze dell’antichità: dalla filologia alla storia letteraria, dell’epigrafia alla numismatica, dal diritto pubblico e privato alla religione, dall’economia e all’antropologia, in ognuna delle quali si esprime sempre con originalità di apporti e di metodo. I colleghi e gli studenti lo ricordano, oltre che per le qualità di docente e studioso, per la gentilezza e l’affabilità.
«La nostra comunità accademica ricorda i due studiosi per il loro contributo scientifico e umano», dice il Rettore Fabio Pollice, «A coloro che furono loro più vicini e alle famiglie vanno le nostre più vive condoglianze».