LECCE – Finisce con una lunga conferenza stampa il mercato del duo Pantaleo Corvino-Stefano Trinchera, creatori di questo Lecce che da pochi giorni è primo in classifica in B. Gli uomini mercato del sodalizio giallorosso sono riusciti a portare nel Salento ben cinque nuovi innesti per Baroni a fronte di altrettante cessioni in questa sessione invernale e hanno voluto chiarire le scelte fatte.
L’occasione per fare il punto su quanto accaduto nel gennaio appena concluso è stata la presentazione dei nuovi giallorossi Plizzari e Ragusa. Corvino ha prima presentato i nuovi innesti, sottolineando come non sia facile fare mercato con la crisi economica in cui vive il calcio con il problema Covid e di come le nuove proprietà straniere abbiano inciso sul rincaro dei calciatori. «Siamo riusciti a fare mercato approfittando di ottime occasioni.» Così Corvino ai giornalisti. «Plizzari è un portiere che è stato condizionato da alcuni problemi fisici, ma che da sempre considero come un “enfant prodige”. Ragusa, invece, ha tanta esperienza ed è un vincente in questo campionato.»
I calciatori hanno deciso di prendere il 22 e il 7 e hanno subito evidenziato come Lecce sia stata una destinazione molto gradita per la loro carriera. Plizzari sa che dovrà fare il vice Gabriel, ma lui è qui per crescere. «Conosco bene sia Gabriel sia Bleve ed entrambi mi hanno accolto molto bene. Sono felice di essere qui e sono rimasto entusiasta del gruppo.» Lo stesso discorso vale per Ragusa che durante la prima parte di stagione ha giocato solo in Coppa Italia con la maglia del Verona. «La trattativa è stata rapida e sono contento di far parte di una squadra che mi aveva impressionato quando l’ho vista in tv. Mi piace giocare per la squadra e sono un calciatore di gamba. Sto bene fisicamente visto che contro l’Empoli in Coppa ho giocato tutto il match senza risentirne.»
La parte più interessante della conferenza è stata quella riguardante il monologo di Corvino che non ha risparmiato critiche a chi ne ha avute per alcuni suoi colpi. «Dei giocatori in uscita, avremmo voluto tenere con noi Olivieri, ma il clima che si è creato intorno a questo calciatore ha spinto i suoi agenti a portarlo altrove. Sono state critiche esagerate come quelle avute in passato nei confronti di Yalcin, Zuta e Nikolov.»
Corvino attacca soprattutto chi critica su internet, ma sembra rivolgersi anche a parte della stampa. «Voi ci dovete aiutare. Tutti possiamo sbagliare nelle valutazioni, ma prima di giudicare un calciatore come inadatto, bisognerebbe aspettare. Ci sono invece calciatori che qui sono stati osannati e che ora non giocano nei loro nuovi club o che sono finiti in C. Quando il clima non è ideale, è facile che un calciatore decida di cambiare aria.»
A Corvino non sono andate bene le critiche a Olivieri che hanno caratterizzato questo periodo e che a suo dire avrebbero spinto il calciatore a chiedere la cessione. Sicuramente il pubblico leccese non è stato comprensivo con un giocatore che si è impegnato in un modulo che non è nelle sue corde e che si è adattato in un ruolo non suo, ma bisogna anche ammettere che molte prestazioni dell’attaccante ex Juve siano state al di sotto della sufficienza, come quelle di Zuta, Nikolov e Yalcin lo scorso anno con Corini in panchina. Però appare davvero singolare che l’operato della società si possa far condizionare dalle critiche dei tifosi.
All’interno di una sessione di mercato ci possono essere colpi che poi non riescono ad entusiasmare per come si vorrebbe, ma alla fine le valutazioni devono andare al di là di qualsiasi critica posta dal tifo. Se il Lecce avesse creduto totalmente in questi calciatori, avrebbe comunque tenuto dritto sulle sue scelte come sta capitando per Bjorkengren, non certo accolto benissimo dalla tifoseria e che sta crescendo notevolmente con il passare dei mesi, o come con Listkowski, non adatto all’inizio al tipo di gioco di Baroni. Corvino ha avuto la possibilità di migliorare sugli esterni e la scelta di far partire Olivieri è la risultante di tanti fattori, altrimenti anche lui sarebbe rimasto per puntare alla promozione diretta.
Corvino è il top per il Lecce e quello che sta costruendo farà le fortune del club giallorosso per i prossimi anni. I 104 punti, accumulati in un anno e mezzo e rimarcati dallo stesso in conferenza, sono il miglior dato per capire la crescita della squadra a fronte di un ringiovanimento del gruppo squadra e di un abbassamento del monte ingaggi. Però pensare che siano i condizionamenti esterni a far cambiare strategie al direttore Corvino, appare a dir poco esagerato proprio perché lui è un re del mercato e i re – da che mondo è mondo – non si fanno condizionare dal popolo quando pensano di operare per il bene di ciò che governano.