Un ritorno in Serie B dopo tanti anni di assenza dal torneo cadetto. Ne è passata di acqua sotto i ponti della carriera di Paolo Faragò da quando lasciò Novara nel gennaio del 2017 per approdare in A nel Cagliari. Adesso il duttile calciatore approda a Lecce, dopo una trattativa intavolata da più di una settimana che Pantaleo Corvino ha saputo abilmente tenere nascosta.
«Faragò è un giocatore che avrei voluto portare a Firenze anni fa, quindi, sono contento di essere riuscito a portare a Lecce un calciatore con nelle gambe più di 100 partite in Serie A. E’ una trattativa che abbiamo condotto senza far trapelare nulla altrimenti altri club si sarebbero potuti intromettere. Faragò non viene per fare l’alternativa a nessuno, ma per aumentare la qualità della rosa.» Così afferma Pantaleo Corvino che ammette come avesse cercato Faragò lo scorso inverno, quando era conclamata che il Lecce fosse alla disperata ricerca di un laterale difensivo di destra per l’infortunio di Adjapong.
Alla fine del mercato venne ingaggiato Maggio, ma solo perché il neo giallorosso ammise di non star bene fisicamente. Quest’inverno, invece, Faragò, che ha preso la maglia 24, sta bene ed è rientrato in campo proprio il giorno dell’Epifania contro la Samp, quando ormai la trattativa per vestire la maglia del Lecce era ormai conclusa. «Non so se posso dirlo – afferma il calciatore catanzarese di 28 anni – ma sono sceso in campo indossando per l’ultima volta la maglia del Cagliari sapendo già che sarei venuto qui. Appena ho avuto sentore di questa trattativa, ho subito accettato la destinazione Lecce. Tutti i miei compagni che hanno già giocato qui, mi hanno parlato bene dell’ambiente. C’è molto attaccamento alla maglia, qui si vive di calcio e io sono innamorato del calcio, quindi non potrò che trovarmi a mio agio. Il mio obiettivo è essere quanto più utile possibile alla causa giallorossa.»
Faragò ritrova Baroni, che ha già avuto come tecnico a Novara. «Il mister ha la stessa carica di quando eravamo in Piemonte. Adesso il suo calcio si è evoluto, il gioco parte dai centrali difensivi e si gioca molto sugli esterni. Io mi sento un centrocampista e farò la mezzala nel 4-3-3, condividendo la proposta del mister e del direttore, ma non escludo di poter giocare in altri ruoli.»
Faragò appare determinato nell’indicare questo come il ruolo che caratterizzerà la sua esperienza in giallorosso, come se fosse un’alternativa a Gargiulo e a Majer, anche se negli anni il calciatore ha trovato la consacrazione come esterno di difesa o di centrocampo, quest’ultima posizione non prevista dal modulo di Baroni. La sua carriera sembra ricalcare molto quella di Marco Cassetti, nato centrocampista che poi si spostò sulla fascia difensiva dove trovò anche la Nazionale.
Di sicuro Faragò in carriera ha fatto meglio da esterno che da centrocampista centrale e quindi indicare il suo acquisto per il centrocampo potrebbe essere un’abile mossa di Corvino per non far abbassare il costo del cartellino di Calabresi, che ha chiesto apertamente di essere ceduto, e che con Faragò come esterno destro sarebbe totalmente ai margini del progetto tecnico.
Solo il campo dirà se il nuovo acquisto troverà maggior spazio a centrocampo o nella difesa a quattro di Baroni dove le sue caratteristiche si sposano alla perfezione con il modulo del mister toscano. Quello che è certo è che con Faragò il Lecce mette a segno un grande colpo, a patto che il calciatore riprenda dimestichezza con il terreno di gioco dopo un anno intero passato quasi interamente ai box.