di Tommaso Moscara, Segretario generale Slc Lecce
Il dibattito per la salvaguardia del mondo della produzione culturale e dello spettacolo deve tradursi in un confronto costruttivo tra tutte le parti in gioco. Proprio come avviene finalmente per la norma nazionale, oggetto di discussione partecipata, in cui si sta cercando di operare una sintesi tenendo conto che le organizzazioni sindacali rappresentano un riferimento equilibrato di rappresentanza delle differenti figure professionali che operano nel settore. È ormai tempo di approvare insieme regole che governino anche i territori e diano certezze a tutti i lavoratori del comparto, garantendo pluralità e trasparenza.
Da uno studio della Slc Cgil Puglia del 2016 – studio datato perché orfani di un osservatorio regionale e nazionale che il sindacato da tempo chiede in tutte le sedi di riattivare – sappiamo che quando ci riferiamo alla produzione culturale dell’intero Salento, parliamo probabilmente di oltre 500 operatori professionali e altrettanti (o anche più) operatori amatoriali. Secondo le proiezioni SIAE tale platea di lavoratori ha perso nel biennio che ci lasciamo alle spalle tra il 70 e lo 80% di incassi, a fronte di ristori che non hanno raggiunto tutti e non sono stati certamente sufficienti a tenere in piedi le strutture e a garantire un reddito a tutti i lavoratori. Dobbiamo essere coscienti, quindi, che si stanno disperdendo enormi risorse e competenze di professionisti costretti a reinventarsi per non vivere di stenti.
Non è più tollerabile che si organizzino manifestazioni di carattere culturale senza adeguati avvisi pubblici che tengano conto della normativa vigente e dei contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl), del versamento contributivo e della regolarità assicurativa. Un ente amministrativo deve garantire il rispetto delle normative sul proprio territorio e dispone già di strumenti per la prevenzione e il controllo del proprio territorio. Certamente è necessario fare un’operazione di riordino e comunicazione chiara verso gli operatori e i cittadini: il sindacato è pronto a dare una mano.
Sollecitiamo il sindaco e l’assessore allo Spettacolo del Comune di Lecce, da cui siamo partiti quale capoluogo per avviare il confronto, a dare seguito alle intenzioni proclamate di discutere un regolamento comunale, con le strutture, le associazioni e le rappresentanze del comparto, per non escludere nessuno e garantire anche alle realtà più piccole di continuare a tessere il grande arazzo culturale che può dare un valore aggiunto non solo a chi visita da turista il territorio ma soprattutto a chi lo abita.
La proposta di Regolamento comunale per l’erogazione dei contributi per attività culturali e di spettacolo, elaborata dalla Slc Cgil, è una bozza studiata sull’esperienza delle grandi città metropolitane e in linea con le regole per i fondi europei e la legge regionale. Serve a: dotare l’Amministrazione Comunale di uno strumento per acquisire finanziamenti, a dotare la città di un Albo comunale degli operatori culturali e di spettacolo, a istituire una commissione presieduta da esperti con membri interni ed esterni all’amministrazione per la valutazione delle istanze, a regolare la concessione degli spazi e dei patrocini, a istituire un osservatorio permanente che dovrà valutare periodicamente il corretto funzionamento e avanzare proposte di correttivi.
La proposta è stata trasmessa al Comune e chiunque può consultarla, pubblicata sulla nostra piattaforma web (www.slc-cgilsalento.it) affinché possa essere visionata dagli interessati. Chiediamo al Comune di convocare in tempi brevissimi il tavolo che dovrà discutere la proposta.
La partecipazione democratica è l’anima della Cgil, per questo riteniamo che il confronto vada poi allargato a tutte le rappresentanze e agli individui del territorio, coinvolgendo gli amministratori a vari livelli, anche per non rischiare di perdere ingenti risorse che il PNRR sta destinando ai territori, prevedendo una regìa condivisa con le comunità. Per questo la nostra organizzazione intende aprire una stagione di confronto con appuntamenti che coinvolgano tutti gli operatori culturali.
Infine, dal momento che il dibattito di questi giorni interessa l’organizzazione de “La Notte della Taranta”, il sindacato ha una posizione chiara: non è tollerabile che Fondazioni a partecipazione pubblica perdano di vista la mission per le quali erano state create, snaturando culturalmente un format, ovvero drenando ingenti risorse verso taluni soggetti già forti di sponsorizzazioni e finanziamenti e togliendo ai territori quelle risorse che andrebbero destinate per la crescita della comunità. La Fondazione rilegga il proprio statuto e lo metta in pratica, e faccia trasparenza sull’impiego delle risorse e dei ricavi.