Il maltempo si abbatte sulla vendemmia paralizzando le operazioni di raccolta in corso per i grappoli di vite di vini pugliesi di grande richiamo come Nero di Troia, Aglianico e in alcune aree della regione il Susumaniello. È l’allarme della Coldiretti Puglia in riferimento all’improvvisa e violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Puglia con bombe d’acqua che hanno allagato strade e campagne e per la grandinate altrettanto estemporanea.
La pioggia torrenziale impedisce di entrare nel vigneti per le operazioni di vendemmia delle uve che – sottolinea la Coldiretti regionale – sono iniziate ad agosto e si concluderanno addirittura a novembre con un ritardo di 7/10 giorni sulla tabella di marcia anche a causa della persistente siccità durata oltre 5 mesi.
La pioggia – precisa la Coldiretti Puglia – è stato tanto attesa per combattere la siccità nelle campagne, ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente e bombe d’acqua provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.
Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia – a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.
Lo scenario è aggravato dal dato negativo del consumo del suolo in Puglia, dove – denuncia Coldiretti Puglia – sono stati ‘mangiati’ in 15 anni in Puglia 157.718 ettari di suolo, uno dei dati più negativi d’Italia, a causa dell’abbandono, della cementificazione e dei nuovi impianti fotovoltaici installati a terra che hanno assorbito il 37% del suolo consumato in Puglia in un anno tra il 2019 e il 2020.
“In un anno la Puglia ha perso altri 493 ettari di suolo per colpa della cementificazione, dell’abbandono e degli impianti fotovoltaici a terra che sottraggono terreni fertili all’agricoltura e pezzi di ambiente e paesaggio alla collettività. La Puglia è stata già abbondantemente violentata da una presenza invasiva di specchi e pale eoliche, sulla cui utilità per la produzione di energia pulita non si discute. Ciò che invece si scontra con le grandi potenzialità agroalimentari e turistiche dei nostri territori e sulla prevenzione e manutenzione è la collocazione selvaggia di tali impianti e del fotovoltaico a terra che sfrutta terreni agricoli di qualità e compromette le aree interessate”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – conclude Coldiretti Puglia – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.