Il Lecce sfata il tabù Cittadella vincendo per la prima volta contro i granata veneti. I giallorossi hanno sofferto molto nel primo tempo il pressing e il gioco degli avversari, mentre nella ripresa Baroni ha avuto il coraggio di inserire Rodriguez a venti minuti dalla fine, passando al 4-2-3-1, e così ha portato a casa i tre punti (nove nelle ultime tre gare). Il tecnico a inizio gara conferma, invece, il classico 4-3-3 e manda in campo una formazione priva di Tuia, infortunato, con al suo posto Bjarnason. A centrocampo gioca Bjoerkengren e in avanti Olivieri viene preferito a Strefezza.
L’inizio di gara è da incubo per il Lecce che nei primi dieci minuti non vede mai la metà campo avversaria e subisce due grandi occasioni per passare in svantaggio. La prima volta, però, che i ragazzi di Baroni varcano la linea di centrocampo arriva a sorpresa il gol. Olivieri (vero oggetto misterioso nello scacchiere giallorosso) non supera il diretto avversario e scarica dietro per Hjulmand. Il danese effettua un cross sul secondo palo dove Di Mariano di testa la rimette al centro per Coda che non può fare altro che depositare la sfera in rete.
Dopo il vantaggio acquisito i giallorossi sembrano prendere le misure al Cittadella che si fa vivo dalle parti di Gabriel solo dopo la mezz’ora. L’occasione clamorosa arriva con un errore del portiere brasiliano che perde la sfera in uscita alta e consente a Perticone di calciare a porta sguarnita. Per fortuna Lucioni è appostato sulla riga di porta, riesce a sventare il sicuro pareggio e poi dà sfogo a tutta la sua gioia come se avesse segnato un gol.
Quando sembra che per i giallorossi si possa andare negli spogliatoi sul punteggio di uno a zero, arriva un Black-out di due minuti, gli ultimi della frazione. Il nigeriano Okwonkwo segna ben due volte, la prima di testa e poi di destro. La fortuna del Lecce è che il primo gol viene annullato perché la sfera era uscita oltre la linea sul cross che aveva propiziato il colpo di testa. L’annullamento sembra dovesse aver messo a riparo il Lecce da altri pericoli nel primo tempo ed invece, pochi secondi dopo, la difesa giallorossa si fa cogliere impreparata su di un lancio dalle retrovie e l’attaccante ex Bologna non ha difficoltà a centrare nuovamente la porta.
Ad inizio di ripresa Baroni manda sul terreno di gioco Meccariello e Strefezza per Bjarnason e un deludente Olivieri. Il Lecce nel secondo tempo controlla agevolmente gli attacchi avversari e quando riesce ad eludere il pressing avversario, riesce a creare qualche grattacapo ai veneti. Così avviene al minuto 18 quando Bjoerkengren si fa tutto il campo palla al piede e poi allarga su Coda al limite dell’area. Il diagonale del bomber sembra letale, ma la palla esce di poco.
Forse l’occasione mancata, spinge Baroni a rischiare che al 25’ mette in campo Blin e Rodriguez per Bjoerkengren e Gargiulo. Il Lecce passa al 4-2-3-1 e la pericolosità offensiva aumenta. I risultati sono sotto gli occhi di tutti già dopo la mezz’ora quando Coda riceve palla a destra sul filo del fuorigioco e poi serve dalla parte opposta l’accorrente Di Mariano che di destro trova il gol.
Negli ultimi dieci minuti il Lecce soffre su qualche azione del Cittadella, ma la retroguardia regge bene e alla fine si può finalmente esultare per aver espugnato uno stadio che si qui aveva dato solo dispiaceri.
Nei giallorossi ottima la prova di Hjulmand, di Gendrey e soprattutto di Di Mariano che ha segnato il gol decisivo e ha regalato l’assist a Coda. Bisogna dire che il Lecce ha ancora difficoltà a fare calcio, ma Baroni sta iniziando a capire le qualità dei suoi e quando sfruttarle. Oggi ha azzeccato tutti i cambi, soprattutto la mossa di inserire Rodriguez e di dare più spinta alla fase offensiva, rivalutando anche Blin, molto più a suo agio in una mediana a due con Hjulmand. E’ indubbio che il Lecce abbia ancora tanti margini di crescita e solo lasciando lavorare il tecnico serenamente l’asticella degli obiettivi potrà crescere.