Pantaleo Corvino è una persona vera. Comunica il suo operato con una lingua a volte poco formale, ma dice le cose in modo schietto e fa parlare i fatti e il campo di gioco. Se l’altro giorno ha voluto denunciare l’agente di Marco Mancosu è perché è stata lesa in modo indiscutibile la sua onorabilità, che si è guadagnato in tanti anni di carriera. Corvino non poteva tacere davanti all’infamia di favorire il figlio nelle operazioni di mercato e per questo si è rivolto al Tribunale Federale. Ha invitato la Procura a verificare l’insussistenza delle accuse mosse dall’agente di Mancosu Kael Grimaldi attraverso una pubblicazione sulla sua pagina personale del noto social network Instagram. Qui era palese l’accusa di un conflitto di interessi tra il direttore dell’area tecnica giallorossa e il figlio Romualdo, che veniva indicato come il nuovo agente dei calciatori Gabriel e Coda. L’Unione Sportiva Lecce e Corvino hanno voluto denunciare, così, Grimaldi perché queste insinuazioni ledono l’immagine del club e del direttore dell’area tecnica visto che sono prive di sussistenza e buttano ombre sull’operato della società. Ciò che deve essere chiaro è che sia Coda sia Gabriel non sono passati alla scuderia Corvino, al punto che Romualdo Corvino ha diffidato gli organi di stampa dal diffondere tali notizie prive di fondamento.
Peccato che la storia tra Lecce e Mancosu stia finendo in questo modo. La società ha detto a chiare lettere che Mancosu ha chiesto la cessione, ma se anche il calciatore avesse qualcosa di diverso da dire sulla fine del suo percorso professionale al Lecce, non è con tali atteggiamenti di chi dovrebbe fare i suoi interessi, che si passa dalla parte della ragione.