di Cristian Casili, vicepresidente del Consiglio regionale
Nella sola provincia di Lecce mancano all’appello oltre 10 milioni di alberi. Parliamo di un dato sottostimato, se consideriamo che la provincia di Lecce aveva una superficie olivetata pari a 98mila ettari, il minor indice boschivo rispetto alle altre province italiane, e la mancanza di colture arboree specializzate. In sostanza tra abbandono della campagna e il crollo del comparto olivicolo è praticamente cancellata l’agricoltura della nostra provincia che un tempo contava su circa 160mila ettari di superficie coltivata. A ciò si aggiungono gli incendi dei boschi e della macchia mediterranea dei nostri litorali negli ultimi anni, che hanno peggiorato un quadro già fortemente compromesso nel post xylella. Questo scenario è apocalittico e surreale ed il problema non è solo di natura produttiva, agricola e paesaggistica, ma soprattutto ambientale. La carenza di copertura arborea espone questo territorio a seri rischi idrogeomorfologici, è quindi evidente che la politica debba capire come oggi l’infrastruttura più importante per il Salento sia quella vegetale, agricola e forestale, senza la quale non c’è presente e futuro. Si stanno bruciando le risorse del PNRR quando si dovrebbe compiere il più grande piano di riforestazione degli ultimi 100 anni. Per questo chiedo importanti investimenti, soprattutto al Governo centrale, in combinato disposto con le risorse regionali, per evitare interventi spot che non apporterebbero alcun beneficio. Serve intervenire e serve farlo ora.