LECCE – Coraggio e orgoglio. Sono questi i termini che sono stati più utilizzati nel corso della conferenza stampa con cui il sindaco Salvemini ha annunciato la riapertura del Must, il Museo storico della città, dopo i lavori di manutenzione e riallestimento dei locali nel cuore del centro storico. Coraggio per raccontarsi come città grazie a questo storico e prestigioso immobile e orgoglio per avergli ridato vita evitando che possa finire nel dimenticatoio. Ma l’obiettivo – così come ha spiegato la nuova direttrice del Must, Claudia Branca – è che sia “uno spazio vivo in cui la città si possa riconoscere, frequentato non solo dal turista per ammirarne le opere ma anche dai cittadini”. E Lecce potrà riabbracciare il Must – che potrà contare su un nuovo modello di gestione e una rinnovata organizzazione delle sale espositive (luci e allestimento) – nella giornata di venerdì 21 maggio. L’attività museale sarà a diretta gestione comunale, con autonomia di programmazione.
Il Must occupa gran parte degli spazi dell’ex monastero quattrocentesco di Santa Chiara, in via degli Ammirati, nel centro storico di Lecce. Si caratterizza come un Museo civico, un servizio culturale fondamentale offerto ai cittadini, ai turisti, ai visitatori, orientato alla promozione dell’arte e dell’identità culturale della città di Lecce nelle sue molteplici espressioni e al rafforzamento della consapevolezza della sua ricchezza e poliedricità. Nel museo troveranno spazio attività espositive temporanee e mostre permanenti.
Il museo sarà aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 21 escluso il lunedì. Gli ingressi saranno contingentati in relazione alla capienza delle sale. Il sabato e i festivi (sulla base delle vigenti disposizioni nazionali) si accederà previa prenotazione telefonica allo 0832 241067.
L’inaugurazione
Ad inaugurare questa nuova fase sarà un evento espositivo temporaneo di grande valore, in programma fino al 21 settembre: la mostra “Ricamata Pittura” dedicata alle opere di Marianna Elmo, l’artista leccese vissuta nel XVIII secolo celebre per la sua maestria nell’utilizzo della tecnica dei “ricami a fili incollati” (broderie à fils collés). Un’arte di seta e d’argento che simula incredibili effetti pittorici, nata proprio nel capoluogo salentino e che raggiunge nell’epoca del suo massimo splendore i centri più lontani d’Italia e d’Europa. In esposizione nelle sale del Must ci saranno più di cinquanta opere, in gran parte mai esposte prima, provenienti da importanti musei e collezioni private, della Elmo e dei grandi ricamatori della sua epoca.
La realizzazione della mostra, curata da Giacomo Lanzilotta, è stata possibile grazie al sostegno, attraverso l’Art Bonus, della Banca Popolare Pugliese, al contributo della Capriello Vincenzo s.r.l. – Restauri e alla collaborazione di enti e istituzioni come la Direzione regionale dei musei della Campania, il Museo di San Martino di Napoli, la Soprintendenza Apab per la provincia di Lecce, il Museo Sigismondo Castromediano, la chiesa di Santa Maria di Banzi (Potenza) e altri.
Le novità
Numerose le novità che si troveranno davanti cittadini e turisti, a partire dall’apertura al piano terra dello spazio Must off gallery, una galleria ad ingresso gratuito destinata alla sperimentazione e alla promozione dei talenti emergenti locali e non. La galleria “off” vuole essere un luogo al servizio del talento, un incubatore di esperienze e linguaggi artistici e aprirà al pubblico con la mostra finale del progetto Creart (network of cities for artistic creation) dal titolo “Immagini, Immaginari” curata da Lorenzo Madaro. Ad esporre saranno il leccese Marcello Nitti e il genovese Niccolò Masini. Entrambi poco più che trentenni, sono stati selezionati a seguito della call rivolta agli artisti residenti nelle città della rete di Creart (oltre a Lecce Valladolid, Genova, Liverpool, Clermont-Ferrand e Rouen, Zagabria, Kaunas, Lublin e Katovice, Aveiro, Skopje).
Al piano terra del Museo sono collocate le sale espositive per le mostre temporanee, che all’apertura ospiteranno la mostra di Marianna Elmo, e la sala multimediale attrezzata per le visite digitali e accessibili al patrimonio storico della città. Recentemente, grazie al progetto Cross the Gap la sala è stata attrezzata di postazioni con hardware per la fruizione della realtà virtuale in 3d, di un virtual tour immersivo e clip immersive su base 3d dedicate al patrimonio barocco della città: chiese e architetture che hanno reso Lecce rinomata tra le città d’arte potranno essere visitate in maniera inedita grazie alle tecnologie delle quali il Must è finalmente dotato.
Il primo piano del Museo è dedicato principalmente all’esposizione delle collezioni permanenti. Vi trovano spazio le opere di Cosimo Carlucci, realizzate tra il 1958 ed il 1981, che ripercorrono le diverse ricerche intraprese nel corso della sua produzione dallo scultore nato a San Michele Salentino, e da lui donate alla città e una selezione delle opere del patrimonio civico del Comune di Lecce, che rappresenta una finestra aperta sulla cultura e sulle arti figurative nel territorio della Terra d’Otranto tra il XIX e il XX secolo, e comprende opere di Oronzo Tiso (1726 – 1800), Gioacchino Toma (1836 – 1891), protagonista della pittura italiana del secondo Ottocento, attraverso i quadri dei paesaggisti Stanislao Sidoti (1837-1924) e Giuseppe Casciaro (1863- 1941), le sculture di Antonio Bortone (1844 – 1938), Oronzo Gargiulo (1869-1917), e le opere di altri pittori come Raffaele Maccagnani (1841- 1925), Giuseppe Salvatore Forcignanò (1862- 1919), Agesilao Flora (1863 – 1952), Michele Palumbo (1874- 1949), Vincenzo Ciardo (1894- 1970), Geremia Re (1894 – 1950) e Temistocle De Vitis (1904 -1973). Il percorso tra le sale prosegue con le opere di personalità attive nel secondo Novecento, tra cui Nullo D’Amato (1913- 1982), il poeta visivo Enzo Miglietta (1928- 2018) e alcuni artisti viventi quali Pietro Guida (1921), Sandro Greco (1928), Antonio Massari (1932) e Salvatore Spedicato (1939).
Le sale del primo piano ospiteranno inoltre le sculture d’arte contemporanea di Aldo Calò, Antonio Paradiso, Francesco Arena, Pietro Coletta, Giulio De Mitri, Fiorella Rizzo, Marcello Gennari, Salvatore Spedicato, Cosimo Damiano Tondo che attualmente sono concesse in comodato d’uso al Comune di Lecce da parte degli artisti.
È in fase di conclusione l’iter di repertazione della sezione archeologica del Must, effettuata a cura della Direzione Generale archeologica del Ministero della Cultura. Al termine dello stesso, dopo il sopralluogo e l’approvazione dell’allestimento da parte della Soprintendenza, anche la sezione che raccoglie le testimonianze dell’antichità frutto di scavi e ricerche nel territorio urbano e presso il sito di Rudiae, potrà finalmente essere aperta alle visite.
«Ringrazio quanti hanno lavorato alla riapertura del nostro museo storico, che entra in una nuova stagione, andando ad affiancarsi – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini – ai luoghi della cultura che sono già attivi e che dobbiamo tenere insieme come i fili preziosi che Marianna Elmo usava incollare per realizzare le sue opere: il Must, il Castello di Lecce, con la mostra di Lisetta Carmi, lo spazio espositivo della Fondazione Biscozzi Rimbaud, con le opere contemporanee e la mostra di Angelo Savelli, il Polo Biblio Museale e il Museo Castromediano, dove si è appena conclusa la mostra di Paolo Gioli e altri. Come città dobbiamo avere il coraggio di riconoscere questa ricchezza di proposte e luoghi, non banale né scontata, e fare in modo che questi poli culturali dialoghino sempre più creando percorsi di conoscenza per i nostri concittadini e per quanti vengono a visitare Lecce».
«Dal 21 maggio riapre il Must, il nostro Museo storico civico. Abbiamo avuto la necessità – dichiara l’assessore alla Cultura Fabiana Cicirillo – di rivederne gli spazi e il progetto culturale . Abbiamo individuato le criticità che si erano create nel tempo e optato per una gestione inhouse, con risorse interne al Comune, consapevoli che anche il trasferimento dell’intero ufficio Cultura nel Museo rafforzerà ulteriormente la capacità di funzionamento della struttura. Il progetto culturale è fortemente legato al territorio in un dialogo continuo con i suoi artisti e il panorama italiano e internazionale. Non sarà uno spazio espositivo statico, ma uno spazio cittadino di vita quotidiana anche con talk e conversazioni a tema che ci permetteranno, attraverso social e radio, di narrare ciò che avviene all’interno. Siamo orgogliosi del lavoro fatto e ringraziamo Bpp per il sostegno alla mostra di Marianna Elmo».
«Il nostro obiettivo – sottolinea la direttrice del Must Claudia Branca – è che sia uno spazio vivo in cui la città si possa riconoscere, frequentato non solo dal turista per ammirarne le opere ma anche dai cittadini. Speriamo diventi un appuntamento fisso per i leccesi che immaginiamo, quando sarà aperta anche la caffetteria e il bookshop, come una sorta di caffè letterario, con iniziative, presentazioni di libri, concerti di musica».
«Vedere riaprire uno dei luoghi simbolo della cultura di Lecce – afferma il direttore generale della Bpp Mauro Buscicchio – è per tutti i cittadini del capoluogo, e non solo, un segnale di speranza in vista del ritorno alla normalità della vita cittadina. I luoghi della cultura, e il Must lo è sin dalla sua fondazione, rappresentano e caratterizzano l’identità della città, ne racchiudono la storia, ne valorizzano l’arte. Sono importanti per i cittadini che vogliono ritrovare le radici, e per i visitatori che possono conoscere meglio il contesto nel quale sono maturate le bellezze architettoniche che fanno da ala ai loro itinerari cittadini. La Banca Popolare Pugliese , spinta da tutte queste motivazioni, ha voluto rinnovare la sua vicinanza alla comunità leccese e la testimonianza del suo essere banca del territorio, sostenendo l’iniziativa del Comune di Lecce e la sua prima , importante mostra su una delle artiste leccesi meno conosciuta dal grande pubblico, ma importante per quello che ci ha lasciato come insegnamento, Marianna Elmo. La speranza è che altre realtà dell’imprenditoria leccese possano accompagnare le iniziative del Must, nel quale presto la Banca Popolare Pugliese, accogliendo l’invito del Comune, esporrà alcune delle opere più significative del suo patrimonio artistico, costruito negli anni con una presenza concreta in favore della valorizzazione della cultura e dell’arte salentine».