Una nuova indicazione del Comitato tecnico scientifico, resa nota nella giornata di ieri, raccomanderebbe un intervallo di 42 giorni fra la somministrazione della prima e della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna.
La nuova indicazione che allunga i tempi di attesa fra le due dosi, divide gli esperti. Per Adkronos Salute, il farmacologo Silvio Garattini afferma che questo allungamento non intaccherà l’efficacia della prima dose, ma spera comunque in una somministrazione veloce della seconda dose per gli anziani.
Positivo anche il parere del direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, il quale concorda sull’esigenza di somministrare quanto prima possibile la prima dose di vaccino a più persone, soprattuto alla luce dei dati di alcuni Paesi europei che hanno adottato la stessa strategia.
Di tutt’altro avviso è invece l’immunologo salentino Mauro Minelli, che fa presente quanto la malattia differisca fra i pazienti, e che anche la validità del vaccino può essere compromessa da una dilatazione delle tempistiche di somministrazione.
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, è positivo sul provvedimento poichè da alcuni studi, è emerso che i due vaccini anti-Covid a Rna messaggero sono efficaci già a 14 giorni dalla prima dose, e che la seconda dose in pratica serva per allungare la protezione nel tempo.