“Il deliberato con cui la Giunta altro non fa che dare seguito, seppur con molti mesi di grave ritardo, alla delibera regionale che dal Novembre scorso consente al Comune di Lecce il cambio di destinazione d’uso per via Libero Grassi, più comunemente nota come Via Pellico, è comunque un passo in avanti, anche se molto lento, in questa spinosa vicenda.
Alla luce, invece, della sentenza del Tar di ormai oltre 2 anni e mezzo fa, che obbligava l’Ente a procedere con l’esproprio e la riqualificazione dell’area, è un atto dovuto ai cittadini leccesi residenti nella zona e alla legge.
E’ bene precisare fin da subito che nel programma triennale dei lavori pubblici 2021-23 , i lavori per la riapertura della strada sono stati inseriti per il prossimo anno(atto pubblicato sul sito e rispondente al codice unico intervento cui il numero L80008510754202100043 per il 2022). Purtroppo come da bilancio preventivo, votato proprio di recente in Consiglio Comunale, il Governo ha destinato solo 4 milioni di euro per il totale di opere pubbliche 2022 e questo renderebbe di fatto impossibile avere i fondi per completare i lavori. Solo per fare un esempio anche il piccolo comune di Patù nella nostra Provincia investe somme superiori in Lavori Pubblici.
Pertanto, prima di esultare come se tutto fosse compiuto, quando manca la materia prima, prima di dire “tutto è fatto”, quando il risultato è ancora ben lontano dall’essere veramente, concretamente conseguito, ma, soprattutto, prima di vendere di nuovo false illusioni ai residenti del quartiere, si porti immediatamente in Consiglio Comunale la richiesta di anticipazione della realizzazione dell’opera dal 2022 al 2021. Si voti quanto prima la variazione di bilancio ovvero lo stanziamento delle somme necessarie a finire il lavoro, circa 150 mila euro, nell’annualità in corso.
Solo così avremo veramente compiuto tutto l’iter amministrativo necessario. Se non lo faremo subito, adesso, rischieremo ancora una volta di battere le mani a vittorie su carta mentre i cittadini continueranno a versare nell’abbandono e nel degrado di un cantiere che, oltre a impedire l’accesso diretto ai residenti e oltre a ghettizzare chi vive lì è anche una discarica a cielo aperto, una bomba ecologica con l’estate alle porte”.