LECCE – “Dalla Caserma Zappalà di Lecce. Questa mattina è possibile vaccinare i familiari di persone con L. 104. Ci sono molti vaccini disponibili e l’affluenza è bassa, si rischia di non poter utilizzare le fiale disponibili. Avvisate chi fosse interessato, è sufficiente recarsi presso la caserma dell’esercito a Lecce comunicando di avere il requisito per essere vaccinati. Buona giornata e buona Pasquetta.”
Questo il messaggio circolato nella mattinata di oggi tra le chat telefoniche, la cui attendibilità è stata confermata alla nostra redazione dall’esercito e che ha provocato un vero e proprio assalto alla caserma che ospita l’hub vaccinale. Per evitare lo spreco di vaccini non utilizzati a causa della scarsa adesione dei caregiver a cui erano destinati, si è pensato bene di dare la possibilità di vaccinarsi a coloro che usufruiscono della legge 104, ossia a persone che assistono familiari non autosufficienti. Nonostante non sia stata fatta nessun tipo di comunicazione ufficiale da parte dell’Asl di Lecce, il messaggio, rimbalzato in poco tempo tra i leccesi, ha scatenato una vera e propria corsa al vaccino, testimoniata da una lunga fila – ai limiti dell’assembramento- davanti la sede della Caserma Zappalà, complice anche una pasquetta blindata dalle restrizioni anticovid da zona rossa.
“Mettiamola così – commenta il consigliere pentastellato Arturo Baglivo sui social – certamente a Lecce non siamo novax . Al di là dell’organizzazione che forse non era preparata all’assalto questo è certamente un aspetto positivo. Speriamo bene.”
Ed è proprio la disorganizzazione a finire sotto l’occhio critico dei leccesi, scocciati per la disinformazione e le comunicazioni approssimative fatte al riguardo, causa di forti disagi e soprattutto di grande confusione. Tutto ciò mentre diverse persone impossibilitate a spostarsi per via di patologie invalidanti lamentano il fatto che nessuno sembri effettivamente curarsi di loro, e ancora oggi non sanno quando riceveranno praticamente la dose di vaccino tanto attesa. Ci si pone l’interrogativo di come affrontare senza intoppi situazioni del genere, sia per evitare che fiale vaccinali vengano buttate – in un momento in cui non ce lo si può assolutamente permettere – sia per garantire un ordine preciso ed efficiente di somministrazione che consideri davvero chi ha più urgenza di riceverla.