LECCE – L’emergenza sanitaria e la crisi economica continuano a produrre gli effetti più negativi sulla vita e sulle condizioni dei più deboli, mentre i gestori delle strutture sociosanitarie pugliesi sono ormai allo stremo delle forze economiche e umane.
A farsi portavoce di questi gravi disagi è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Gabellone, che ha chiesto, con una interrogazione urgente al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed all’assessore regionale al Welfare Rosa Barone, di risolvere l’impasse in cui si ritrovano Rsa e Centri Diurni per soggetti non autosufficienti e in base alla quale molte strutture attualmente dispongono di posti letto autorizzati, ma non accreditabili presso la Asl territorialmente competente. “Tutto ciò comporta che diversi utenti si vedranno costretti a pagare non solo la quota sociale, ma anche la quota sanitaria e, in ipotesi di impossibilità economica, addirittura saranno costretti a rinunciare al servizio”.
La Regione Pugla, con la Legge 26 dello scorso anno, ha incrementato il fabbisogno di posti per le Rsa e i Centri diurni, “in misura pari a consentire alle strutture autorizzate di poter completare l’accreditamento e la contrattualizzazione dei nuclei che sono risultati incompleti nei diversi atti di ricognizione approvati dalla Giunta regionale per carenza di fabbisogno distrettuale e provinciale”. Questo è ciò che prevede l’articolo 18. Ma di fatto, ad oggi, nonostante si trattasse di una norma qualificata come urgente ed entrata in vigore il giorno stesso della pubblicazione, le strutture non accreditate, benché autorizzate all’esercizio, da tempo si vedono preclusa la possibilità di erogare le prestazioni socio-sanitarie per conto del Servizio sanitario pubblico.
Gabellone, nella nota diffusa nelle scorse ore ha chiesto agli organi esecutivi della Regione “i motivi per i quali non si sta procedendo all’accreditamento dei posti ai sensi dell’art. 18 della stessa legge 26 e se si intende procedere con celerità all’accreditamento dei posti per i Centri Diurni regolati dagli articoli 60 e 60 ter Regolamenti Regionali 4 e 5 del 2019”.
Un problema, questo, che si declina diversamente su tutto il territorio regionale ma che rischia di provocare effetti sociali disastrosi in egual misura in ogni provincia. Lo testimonia l’accorato appello dell’associazione Amici di Nico Onlus che gestisce diversi centri specializzati della provincia di Lecce, da tempo impegnata nel creare una rete che possa dare alle famiglie un sostegno reale e concreto nel difficilissimo percorso che si intraprende dopo una diagnosi di autismo. Da anni è in attesa dell’accreditamento da parte della Regione Puglia e della Asl di Lecce e l’erogazione del Fondo regionale per l’Autismo.
L’allarme è stato lanciato dal sindaco di San Cesario di Lecce, Fernando Coppola, che ha denunciato il ritardo dello stanziamento dei fondi per il Centro servizi dell’Autismo gestito dall’associazione Amici di Nico proprio nel suo comune. “I bambini affetti da questo disturbo del comportamento sociale non possono e non devono essere dimenticati, soprattutto dalle istituzioni, che invece dovrebbero tutelarli e garantire loro la continuità delle terapie e degli interventi la cui costante somministrazione e è indispensabile per favorire l’efficacia degli stessi”.