Degrado e abbandono nel Parco archeologico di Apigliano
MARTANO – Era il 2017 quando il professore Paul Arthur dell’Università del Salento, lamentava lo stato di incuria e abbandono nel quale versava il Parco Archeologico di Apigliano “Nella speranza che si potesse incrementare il turismo culturale sono stati spesi tanti soldi e tante energie per il parco archeologico di Apigliano, ma purtroppo manca la volontà di farlo funzionare.”
A distanza di quattro anni, siamo voluti ritornare in questo piccolo gioiello dell’archeologia salentina, per verificare se qualcosa nel frattempo fosse cambiata. Purtroppo il luogo non versa in ottime condizioni: cartelli arrugginiti e divelti, percorsi inghiottiti dalla vegetazione, una natura che lentamente sta avendo il sopravvento sugli edifici e sulla recinzione, rendendo così difficile la fruizione di un bene culturale di estremo interesse.
Ma cosa contiene il Parco Archeologico di Apigliano? Quì si trovano i resti del casale medievale, visibili nelle campagne tra Martano e Zollino (Lecce), a circa 20 km a nord-ovest di Otranto ed al centro di un comprensorio di comuni della provincia di Lecce noto come Grecìa Salentina che attualmente comprende i comuni di Martano, Zollino, Melpignano, Martignano, Calimera, Soleto, Corigliano d’Otranto, Sternatia e Castrignano dei Greci.
Il sito di Apigliano, i cui resti si estendono per circa due ettari, è un villaggio medievale abbandonato. Si tratta di uno dei centinaia di villaggi o casali medievali censiti nella provincia di Lecce come parte di un programma di ricerca sul medioevo in Terra d’Otranto.
Sino al 2006, gran parte del sito di Apigliano era di proprietà di Antonio Mancarella, ma oggi gran parte del fondo è stato acquisito dall’Amministrazione Comunale di Martano, con l’intento appunto, di realizzare un parco archeologico attraverso un finanziamento della Regione Puglia (Por Puglia 2000-2006, Mis. 2.1 – Pis 12 “Parco archeologico Apigliano”, Insediamento rurale periodo bizantino-angioino in località Apigliani. Itinerario turistico culturale Normanno-Svevo-Angioino). I<
l progetto del parco, ha permesso la ricostruzione della chiesa medievale rinvenuta durante gli scavi archeologici, la realizzazione di una passerella e il restauro della chiesa di San Lorenzo oltre alla realizzazione di pannelli ricostruttivi e didattici (oggi quasi illeggibili).
Perchè anche Apigliano rientra in quello spreco di risorse pubbliche che non portano un effettivo vantaggio per la società? Inserire il sito in una serie di politiche turistiche capaci di incentivarne la fruizione e rendere la zona un vettore di interesse, è davvero un’operazione impossibile? Altri piccoli centri del Salento, ci dicono che non è così, che un turismo “lento” che ha a cuore la storia di un luogo, si può fare. Intanto, a noi non resta che ammirare la desolazione nelle immagini scattate da Annamaria Niccoli e sperare in un cambiamento positivo per questo luogo così affascinante, ingiustamente dimenticato.