LECCE – Un Lecce, prevedibile e quasi nullo in attacco, si fa bloccare sul pareggio dall’Entella, ultimo in classifica e, fino a questo momento, la peggior difesa del campionato. La squadra di Corini ha evidenziato una palese involuzione tattica e di risultati tra inizio stagione e ultimi mesi passando dal roboante cinque a uno, rifilato all’andata ai liguri, al mesto pareggio senza reti di questa sera.
C’è da dire che il Lecce ha avuto qualche buona occasione (sarebbe stato impossibile contro una avversaria di tal portata), almeno due clamorose, ma contro una VirtusEntella così modesta bisognava far di più. La colpa è senza dubbio del modo di stare in campo proposto da Corini, un allenatore che sembra aver perso lo smalto sfoggiato nei primi mesi di gestione. Il Lecce oggi è prevedibile, fa girare lentamente palla e non esalta le individualità dei suoi interpreti.
Leggendo le formazioni, Corini si affida a Pettinari in attacco al posto di Coda e sulla trequarti si rivede Mancosu, nel giorno delle celebrazioni dei suoi 50 gol con la maglia giallorossa. Il Lecce fa capire subito che c’è un divario sostanziale tra le due compagini, ma il suo possesso palla è sterile. L’unica vera grande occasione del primo tempo arriva da una combinazione tra Rodriguez e Mancosu, il quale offre un pallone d’oro a Pettinari. L’attaccante, ancora a secco in giallorosso, però spreca alzando clamorosamente sopra la traversa, facendo venire un grande dubbio sulla scelta di schierarlo dal primo minuto.
Se la VirtusEntella non si fa mai vedere dalle parti di Gabriel, è ancora Pettinari a farsi bloccare una conclusione di Pettinari intorno alla mezz’ora. Il Lecce è tutto qui e alla fine del primo tempo si va sul deludente punteggio di parità.
Chi si aspetta qualche cambio ad inizio di ripresa, rimane deluso dalle scelte di Corini, che si ricorda di avere dei cambi a disposizione solo dopo il ventesimo. Nel frattempo il Lecce prova a creare qualche grattacapo all’attenta difesa ligure, ma gli attacchi sono sterili. Neppure l’ingresso di Yalcin per Pettinari cambia la musica. Mestamente si arriva negli ultimi dieci minuti di gara, quando il tecnico si ricorda di avere in panchina Coda. L’ingresso della punta,il quale era stato preceduto qualche minuto prima da quello di Stepinski, coincide con il momento di maggior stanchezza dei giallorossi. La squadra prova a trovare il bandolo della matassa e, a due dal termine, Mancosusi inventa un cross dei suoi, ma il colpo di testa proprio del polacco, dimenticato per tre partite in panchina, è centrale e il portiere Russo alza sopra la traversa.
E’ l’ultimo squillo di una squadra, che avrebbe potuto sommergere di gol una squadra probabilmente destinata alla retrocessione, e che invece esce dal campo con l’ennesimo risultato di pareggio. Il tecnico potrà dare la colpa alla bravura del portiere avversario e alla tattica difensivista degli uomini di Vivarini, ma in realtà le cause sono altre. Questo pareggio è peggio di una sconfitta ed è la chiara manifestazione di impotenza di Corini nel provare schemi differenti rispetto a quelli visti a inizio stagione. Il Lecce è prevedibile, lento, non arriva mai sul fondo per muovere le difese e il tecnico non riesce a far cambiare marcia alla squadra durante la gara pur potendo disporre di una rosa tra le più forti e lunghe della categoria.
Adesso si andrà a giocare a Reggio Emilia, contro la squadra che, con i sette gol subiti all’andata, ha contribuito a fare del Lecce tra le compagini più prolifiche del torneo. Quella squadra sembra ormai un ricordo con Corini che dovrà per forza darsi una svegliata se vuole mantenere la fiducia della società.
Photogallery a cura di Andrea Stella