LECCE – L’alta velocità fino a Lecce: il Salento alza la voce. E questa volta sembra proprio voler fare sul serio. Dalla stazione ferroviaria di Lecce parte un appello forte. Senza distinzioni di sorta. E senza colori politici, almeno questo è l’auspicio anche se i primi germogli non fanno presagire nulla di buono.
Il progetto messo a punto dalle Ferrovie dello Stato prevede infatti di realizzare la cosiddetta alta velocità solo nella tratta che da Napoli va fino a Bari, escludendo così ancora una volta il territorio salentino. Una scelta infelice e soprattutto penalizzante – ancora una volta – per Lecce e la sua provincia, un’area a grande vocazione turistica. Ecco perché oggi a Lecce si sono dati appuntamento in tanti, tra politici, amministratori, sindacalisti, rappresentanti di categoria e numerosi cittadini, per chiedere una decisa inversione di rotta.
La Napoli – Bari – come si legge nel sito del gruppo Fs – è un’opera strategica per lo sviluppo economico del Sud e dell’intero Paese. Con i suoi 6,2 miliardi di investimenti produce ricadute economiche importanti su imprese e lavoratori. A regime saranno circa 4000 le persone, tra imprese appaltatrici e indotto, ad essere impegnate nella realizzazione della nuova linea con significativi benefici per l’economia delle regioni coinvolte. La Napoli – Bari, di cui il Gruppo FS Italiane attraverso Rete Ferroviaria Italiana è committente, è parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T ScandinaviaMediterraneo. Nel 2026, alla conclusione dei lavori, faciliterà gli spostamenti di persone e merci da Bari verso Napoli e Roma. Sarà possibile andare da Bari a Napoli in 2 ore e da Bari a Roma in 3 ore. Dal 2023 con la progressiva apertura delle tratte ultimate sono previste riduzioni al confronto degli attuali tempi di viaggio.
Qualche numero per certificare l’importanza del progetto: 121 chilometri da realizzare di una linea a doppio binario, 9 gallerie per 63 chilometri complessivi, 25 nuovi viadotti per 11,7 chilometri, 14 nuove stazioni e una velocità massima consentita di 250 chilometri orari. Ecco perché Lecce non può restare fuori da questa opera strategica.
Un’opportunità da non perdere, quindi, a patto che la politica faccia realmente squadra e non si metta a litigare come troppe volte accaduto in passato.
Anche oggi le polemica non è mancata. Pomo della discordia le bandiere sventolate da qualcuno e non portate da qualcun altro. C’è chi ha visto il sindaco di Lecce Carlo Salvemini sbottare e andare via corrucciato.
Ben vengano tutti, di qualunque estrazione e colore politico. Perché qui non si tratta di mettere nessun cappello ma di tutelare un intero territorio.
Photogallery a cura di Andrea Stella