Ancora un passo indietro per il Lecce che viene tradito dai suoi uomini più rappresentativi e subisce una nuova sconfitta interna dopo quella contro il Pisa. Davanti ad un Ascoli, apparso più determinato e messo meglio in campo, i giallorossi hanno peccato di superficialità e nervosismo, sbagliando gol clamorosi e anche un rigore al 90’ con capitan Mancosu.
Alla lettura delle formazioni, Corini non rinuncia a Hjulmand, il migliore fin qui dei centrocampisti arrivati questa stagione. Per il concomitante rientro di Tachtsidis, il tecnico lo schiera dall’inizio come interno di destra non volendo rinunciare a lui, sebbene il giocatore danese avesse avuto problemi fisici in settimana. Fa il suo esordio Maggio sulla fascia destra difensiva mentre è confermata la nuova coppia di centrali composta da Lucioni e Pisacane.
Dopo 5’ minuti di studio, il primo tiro dei giallorossi arriva dai piedi di Mancosu, il cui rasoterra viene deviato in corner. Il Lecce tuttavia appare poco reattivo in campo e lento nella manovra così l’Ascoli ne approfitta in ripartenza. Al 12’ Sabiri potrebbe far male alla difesa giallorossa, ma il suo tiro è deviato da Pisacane sopra la traversa facendo correre un brivido a Gabriel.
Con il passare dei minuti la manovra giallorossa migliora sugli esterni e le occasioni iniziano a fioccare. Prima al 20’, Tachtsidis effettua tiro a giro che Leali manda in angolo. E’ il preludio del gol che arriva tre minuti più tardi. Bella manovra giallorossa sulla sinistra e Coda effettua un cross perfetto che Stepinski deposita alle spalle del portiere ascolano. Sembra la fotocopia del gol visto a Verona contro il Chievo nel momento migliore dei giallorossi in campionato.
Il bomber giallorosso, un minuto più tardi, potrebbe mettere in ghiaccio il match, approfittando di un errore della difesa ospite, ma a tu per tu con Leali sbaglia clamorosamente. Gol sbagliato e gol subito a distanza di due altri minuti. Questa volta è Stepinski a sbagliare l’appoggio verso i propri difensori e Dionisi ne approfitta per rimettere l’incontro in parità.
Dopo il regalo nel gol ascolano, il Lecce risente del contraccolpo psicologico e prova ad imbastire qualche buona manovra solo verso la fine della frazione, ma non riesce mai ad uscire fuori dagli schemi offensivi ai quali ha abituato quest’anno. Nella seconda parte di tempo, non si prova neppure un tentativo dalla lunga distanza e solo in una occasione la palla arriva sul fondo per un cross, che non va tuttavia a buon fine. Per il resto, tutto l’attacco poggia sulla verve offensiva di Mancosu e Coda ben chiusi dalla difesa bianconera. All’intervallo si va così sul punteggio di parità.
Ad inizio ripresa Corini manda in campo Meccariello per l’ammonito Pisacane, non modificando così l’assetto di squadra. Il Lecce appare, però, ancora negli spogliatoi nella prima parte della nuova frazione e l’Ascoli ha una grande doppia occasione per passare in vantaggio. Gabriel si deve superare sia su Dionisi sia su Sabiri nel giro di pochi secondi. All’undicesimo, però, il portiere può solo respingere l’ennesimo tiro dalla distanza e Dionisi deposita senza problemi la palla nella porta sguarnita.
Il Lecce avrebbe subito la palla del pareggio, ma non è proprio serata per Coda che si divora un gol facile dopo un ottimo assist di Hjulmand. Corini al 20’ prova così a mischiare le carte ed effettua un triplo cambio mettendo in campo Rodriguez per Stepinski e cambiando il centrocampo con gli innesti di Nikolov e Majer per Tachtisidis ed Henderson. Mentre lo spagnolo entra subito nel vivo del match, i cambi in media si rivelano elementari e poco utili a provare a dare maggiore imprevedibilità in avanti.
Nell’ultimo quarto d’ora è solo l’inerzia a spingere i giallorossi in avanti, ma questo attaccare senza lucidità porta ad errori clamorosi con Lucioni che deve salvare al 73’ sulla linea per evitare il terzo gol ospite. L’unica parata di Leali è su di un colpo di testa di Nikolov a dieci dal termine. Poi si arriva al 90’ quando un nuovo guizzo di Rodriguez induce il portiere ascolano a commettere il fallo da rigore. Va alla battuta Mancosu, ma il tiro dal dischetto del capitano va alle stelle come probabilmente i sogni di promozione diretta di questa squadra, lontana parente di quella ammirata in diverse partite del girone di andata.
Adesso occhio al Brescia, con Corini che non può commettere più passi falsi se vuole mantenere la fiducia della società che gli ha affidato un gruppo importante, ma che non riesce a crescere in termini di gioco e convinzione dei propri mezzi.
Photogallery a cura di Andrea Stella