“Come si ricorderà domenica 29 novembre 2020 è stata avviata una petizione verso il presidente della Regione, Michele Emiliano. Una raccolta firme a sostegno della richiesta dei docenti di ogni ordine di Scuola, di portare tutto l’insegnamento in didattica a distanza, Bes inclusi.
Occorre chiarire subito un concetto. Al contrario di quanto la petizione lasciasse pensare, i docenti avrebbero tanto voluto e vorrebbero proseguire con la didattica in presenza con la quale l’anno scolastico era stato avviato, ma il Presidente, con una serie di ordinanze, ha praticamente bandito la didattica in presenza. In alternativa ha decretato soluzioni differenti che hanno reso difficile la vita ai docenti, agli studenti ed alle loro famiglie, disorientate e confuse dalla normativa e dal contesto pandemico che stiamo vivendo.
Senza considerare i fatti precedenti, ricordiamo che dal 6 novembre fino al 3 dicembre, con l’ordinanza n°413, il Presidente ha lasciato alle famiglie la libertà di scegliere per i propri figli tra la didattica in presenza e quella a distanza, caldeggiando personalmente e palesemente la seconda opzione .
Il 4 dicembre il Presidente ha emanato l’ordinanza n° 444 con cui è andato in deroga quanto già affermato nel documento precedente. Si rende indispensabile mettere a fuoco, soprattutto per chi non è del settore, che cosa si è generato nelle Scuole dal 6 novembre, già con l’ordinanza 413: il caos più completo. Abbiamo assistito alla più svariata composizione delle classi (tutti presenti; tutti presenti, eccetto 3; presenti 6/7 alunni e gli altri in Dad),docenti alle prese con bambini in aula e bambini a casa da guidare online e con indosso sempre la mascherina, differenze di orario scolastico tra le due tipologie di studenti (nella mia scuola: 30 ore quelli in presenza, 15 ore quelli a distanza); spostamento di ciascun insegnante, con computer al seguito, da una classe all’altra; connessione internet insufficiente ed incostante, ricorso continuo all’hot spot del proprio cellulare.
Dopo un mese di questa tipologia di didattica, i docenti – pur continuando ad impegnarsi al massimo affinché tutto funzionasse come se la situazione fosse normale – hanno manifestato stress fisico e psicologico, tra la grande e sincera comprensione di molti genitori e dell’opinione pubblica.
Da qui, in vista dell’ordinanza successiva che è arrivata, come abbiamo detto, il 4 dicembre, è nata l’idea di avviare una petizione al fine di ottenere la didattica a distanza per tutti, e porre fine ad una vera torre di Babele.Per i docenti firmatari era una concreta forma di protesta, anzi, una vera e propria provocazione.
Ci si aspettava un gran numero di firme, un coro grande, forte e unanime, soprattutto da parte di tutti quei docenti che stanno vivendo il Purgatorio del momento ed anche da parte di tutti quei medici e pediatri che, a gran voce, hanno sollecitato Emiliano ad optare per la Dad, vista la diffusione dilagante del virus a causa delle Scuole aperte che creano movimento di persone. Al contrario: è arrivato un numero piuttosto contenuto di firme. Comprensibilissimo. Molti docenti, per il timore che Emiliano decidesse davvero per la Dad, non hanno firmato. Forse hanno avuto paura di perdere la didattica mista che quantomeno consente di lavorare in presenza con la maggior parte dei propri alunni. Eh sì, perché contrariamente a quanto Emiliano si aspettava, la stragrande maggioranza delle famiglie preferisce la didattica in presenza.
Molti genitori non hanno firmato. Perché darsi con la zappa sui piedi? E se Emiliano avesse accolto davvero la richiesta della Dad? Con chi avrebbero lasciato i figli a casa per seguire le lezioni a distanza? Probabilmente i genitori non hanno compreso appieno il reale spirito dell’iniziativa”.