SCORRANO – “Regione e Asl Lecce revochino la decisione di sospendere le attività irrinunciabili del reparto di Rianimazione dell’Ospedale di primo livello di Scorrano, per evitare una iniqua penalizzazione dei cittadini di tutta l’area del Basso Salento”. E’ la richiesta messa nero su bianco da Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani alla Regione Puglia, nella interrogazione urgente presentata oggi e indirizzata all’assessore alle Politiche della salute, Pier Luigi Lopalco.
“L’ospedale di primo livello di Scorrano – sottolinea Pagliaro in premessa – oltre a rappresentare il presidio sanitario di riferimento per la popolazione dei Distretti sanitari di Maglie, Poggiardo e Martano, offre un supporto importante per la rianimazione dell’intera provincia di Lecce. Ecco perché, nella mia interrogazione, chiedo di rivedere il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera disposto da Asl Lecce e Regione Puglia per fronteggiare l’epidemia da coronavirus in corso. Un piano che prevede la sospensione dei ricoveri nella Rianimazione del presidio di Scorrano ed il trasferimento dei medici al Dea (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di Lecce e all’ospedale Covid di Galatina”.
Ma la Asl Lecce precisa e rilancia: “In questa fase della pandemia, nei reparti Anestesia e Rianimazione degli ospedali di Scorrano, Casarano e Gallipoli (ospedali no Covid) sono ricoverati solo pochissimi pazienti e nel dettaglio il 18 novembre la situazione era la seguente: Scorrano 3 pazienti di cui uno di rianimazione e gli altri due di Terapia intensiva post operatoria (Tipo), Gallipoli un paziente di rianimazione e un secondo, operato, in attesa di trasferimento dalla sala operatoria, Casarano 3 pazienti di cui 3 di Terapia intensiva post operatoria (Tipo). In Terapia intensiva post operatoria i pazienti vengono dimessi il giorno dopo, considerato che gli interventi di cardiochirurgia, neurochirurgia ecc vengono eseguiti al Vito Fazzi. Negli stessi giorni a Lecce nella Terapia intensiva post operatoria Tipo vi erano 16 pazienti e nella rianimazione Covid 21 pazienti, metà dei quali provenienti da altra provincia. Nelle stesse giornate era attivo un ponte aereo per il ricovero a Lecce di pazienti in pericolo di vita”.
In una nota i vertici sanitari della Asl leccese fanno sapere che per potenziare la rete dei posti di rianimazione Covid, quindi per mettere a disposizione del Dea Fazzi, più medici e infermieri specializzati “è stato chiesto, su base volontaria, un aiuto al personale medico e infermieristico dell’Unità Operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Scorrano. Hanno risposto positivamente due medici”.
C’è di più. Nello specifico la Asl chiazrisce che nell’ospedale di Scorrano sono stati “sospesi solo i ricoveri in terapia intensiva provenienti da altri presidi, considerato che non ci sono molti pazienti no covid da ricoverare in rianimazione. Rimane garantita nell’ospedale tutta l’attività anestesiologica e di terapia Intensiva post operatoria per i pazienti ricoverati e per coloro che saranno ricoverati nella struttura nei prossimi giorni”. E ad ogni buon conto “se la situazione si dovesse aggravare nei prossimi mesi, tutti i reparti di rianimazione della provincia saranno dedicati al Covid”.