“Nel presentare il nuovo dpcm il Presidente Conte ha annunciato in conferenza stampa che “ i sindaci potranno chiudere vie e piazze dove si possano creare assembramenti dopo le 21, consentendo l’accesso ai residenti e a chi vi svolge attività professionali”. Di fatto la responsabilità di disporre un coprifuoco nelle città – ossia l’obbligo di restare nelle proprie abitazioni se non per raggiungere le attività commerciali regolarmente autorizzate all’apertura – viene prevista solo con ordinanze sindacali.
E’ di tutta evidenza che un provvedimento così delicato diviene inapplicabile se il controllo del territorio viene delegato alle sole esigue forze di polizia locale. In tal senso si stanno esprimendo in queste ore i miei colleghi sindaci in tutta Italia. Serve una diversa impostazione. O un’assunzione di responsabilità del governo su base nazionale, che
preveda ovunque coprifuoco dalle 21.00 (che non mi sento di suggerire) con impiego di forze di polizia ed esercito. O, diversamente, una valutazione che non può essere delegata ai sindaci ma differenziata a livello centrale, sulla base di dati epidemiologici noti per comuni, province, regioni.
L’articolazioni di provvedimenti territoriali deve avvenire su basi tecniche e scientifiche che sono disponibili sui tavoli del Governo a Roma. I sindaci hanno dimostrato in questi mesi di saper garantire la tenuta delle rispettive comunità in una fase drammatica della vita del Paese. senza mai sottrari ai propri doveri. Ma non possono essere considerati gli anelli deboli sui quali scaricare il peso di scelte difficile delle quali non ci si vuole assumere la responsabilità per incertezze strategiche.
L’auspicio di queste ore è che l’appello di Anci e Upi di correggere il dpcm venga ascoltato prima della firma del Presidente Conte e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale”.