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Coronavirus, Pellegrino: “No a spacchettamenti rete ospedaliera”

“La nuova mappa ospedaliera disegnata per un’eventuale seconda ondata del covid-19 nella provincia di Lecce non convince per diversi motivi. Non certo per ragioni territoriali, ma per mere esigenze tecniche e organizzative. Spacchettare i posti letto destinati alla patologia covid, adottando una soluzione mista (reparti covid e reparti no covid) in più ospedali, significa non solo complicare la degenza degli ammalati ordinari, esponendoli ad un potenziale rischio infettivo, ma anche rendere più difficile la gestione dell’eventuale emergenza pandemica. Si pensi ad esempio al personale, all’organizzazione logistica e strutturale e alla convivenza tra i distinti percorsi dedicati, nonché alla funzionalità dei vari servizi connessi al trattamento della patologia covid.

Per questo accolgo e sostengo le legittime criticità segnalate in queste ore dal presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce, Donato De Giorgi, il quale giustamente, all’indomani del ridisegno romano, ha evidenziato il rischio connesso alla frantumazione dei posti letto. Naturalmente l’esclusione di San Cesario da tale rete covid pone un’immediata esigenza di rilancio della sua destinazione a polo riabilitativo d’eccellenza della Asl di Lecce.

Allo stesso tempo, se davvero si vuole offrire una risposta chiara alla possibile recrudescenza autunnale del virus, si evitino spacchettamenti e soluzioni a macchia di leopardo, ma si istituisca un unico hub a Galatina, dove da circa 40 anni abbiamo il reparto di Malattie Infettive, dotato da alcune settimane anche di un secondo laboratorio di analisi dei tamponi covid. Galatina, come più volte è stato da più parti sottolineato, ha tutte le carte in regola per gestire nella provincia di Lecce un’eventuale ritorno della pandemia e in genere ogni emergenza infettiva, rafforzandone naturalmente tutto il corredo delle altre unità operative per acuti.

In queste settimane perciò si faccia una seria riflessione organizzativa per non lasciarci trovare impreparati dinnanzi a un possibile ritorno del covid-19”.