PITTSBURGH (USA) – Condizioni stabili per la piccola Giorgia secondo lo staff medico del Children’s Hospital di Pittsburgh. Diverso il parere della madre Elisa che in un post di aggiornamento sulla pagina Facebook dedicata alla figlia, sfoga la sua preoccupazione. “Giorgia sta perdendo molti liquidi e si disidrata facilmente e velocemente. Per ora riesco a gestirla a casa facendo flebo durante la notte per deidratarla”. La piccola deve anche fare i conti con i postumi della grave pericardite contratta qualche mese fa, con continui dolori tra petto e spalla. I medici non sanno spiegare la causa scatenante di un’infezione così pericolosa perché mai riscontrata in un bambino con trapianto di intestino. “È un caso raro mi dicono e tutto ciò che le accade è raro e complesso. Queste risposte mi lasciano spesso mortificata e frustrata. Cos’altro devo aspettarmi ancora?”.
Tra pochi giorni la bimba compirà 12 anni e non è mai stata in grado alimentarsi in modo naturale per via della Sindrome di Berdon di cui è affetta. I nutrienti somministrati attraverso l’alimentazione artificiale e parenterale non sono sufficienti per il buon funzionamento dell’apparato digerente e non possono sostituire in toto i pasti tradizionali. Giorgia ha perciò sviluppato una precoce osteoporosi che la espone a rischio continuo di fratture. “A ogni stupida caduta rischia di rompersi le ossa e questo significa dolore. A breve verrà sottoposta a terapia endovenosa in ospedale per combattere la fragilità ossea che durerà diversi anni e che potrebbe causare altre complicanze”.
Giorgia è continuamente monitorata e supportata da psicologi e specialisti dell’alimentazione sia per superare il trauma del trapianto multiorgano che ha subito a novembre scorso, che per imparare letteralmente a mangiare, ma il processo è lungo, faticoso e costellato di difficoltà. L’umore è basso e lo spirito giocoso e pimpante della piccola sembra svanito nel nulla. “Era come un grillo tutto colorato che saltellava sempre e cantava e giocava ogni momento – spiega rammaricata Elisa – i medici dicono che tornerà come prima, ma io piango in segreto fingendo che vada tutto bene e dico a mio figlio Jody che Giorgia ha bisogno di tempo e che tutto tornerà come prima. La verità è che forse non sarà più così e io ci sto male”.
Da mesi Elisa è in attesa di ottenere un visto temporaneo speciale che permetterebbe alla sorella di raggiungerla a Pittsburgh, che il Governo americano ha già rifiutato una volta per questioni di lenta burocrazia interna. Nel frattempo deve continuare ad affrontare da sola in un Paese straniero, tutte le criticità della particolare condizione della figlia.
Conclude il suo aggiornamento lasciandosi trasportare dalla malinconia pubblicando vecchie foto della sua piccola, scattate prima del trapianto, quando Giorgia era allegra e sorridente . “Oggi è tutto diverso, lei è diversa. Dentro e fuori.”
Centinaia i messaggi di incoraggiamento e positività postati dai numerosi follower della pagina Facebook sparsi in tutto il Paese e in particolare nel Salento. Un’ondata di affetto straordinario che forse aiuterà Giorgia e la sua mamma a sentirsi meno sole.