«L’Aeroporto di Brindisi è formalmente aperto dal 3 giugno ma nei fatti esso è come se fosse chiuso. Pertanto oggi non è un’infrastruttura a servizio del territorio, non è una delle porte di accesso al Salento, quale è stato in questi anni di crescita turistica, ma paradossalmente solo un limite, un freno alle possibilità di ripresa nell’Italia e del nostro territorio del post-emergenza epidemiologica, che vuole tornare a viaggiare e a dare respiro alla nostra economia». E’ quanto afferma il Presidente di Federalbeghi Confcommercio Lecce, Raffaele De Santis. «Il principale vettore dell’aeroporto, ossia Ryanair, riprenderà il proprio servizio su Brindisi solo la settimana prossima e in generale si dovrà aspettare i primi di luglio, a quanto sembra, perché riaprano la maggior parte delle rotte che servono lo scalo del Salento», aggiunge De Santis secondo il quale pur nella consapevolezza delle necessaria gradualità della ripresa di tutti i servizi turistici, “questo sostanziale blocco del trasporto aereo su Brindisi sta già producendo oggi un ulteriore danno al nostro sistema territoriale, che si aggiunge a quelli devastanti di questa prima parte del 2020: molte strutture alberghiere stanno subendo in questi giorni disdette e cancellazioni di prenotazioni, che oggi si configurano come un colpo anche simbolico alle speranze di ripresa, anche perché si cumulano con altri problemi atavici dei nostri collegamenti (275) e con la tradizionale differenza che subiamo rispetto al servizio aeroportuale di Bari. Il Salento è una terra di arrivo, non di passaggio e per questo non può assolutamente rimanere il fanalino di coda di tutto lo sviluppo economico della Puglia. L’Aeroporto del Salento, in altri termini, deve essere considerato alla pari di quello di Bari, proprio perché strategico per l’intero comparto turistico, e soprattutto è necessario incrementare anche il numero di voli provenienti dall’estero, di pari passo con i collegamenti con le principali mete turistiche salentine».
«Inutile dire – aggiunge De Santis – che questo rappresenta un danno terribile per il nostro sistema territoriale. Nel Salento il turismo è in assoluto la principale “industria”, se consideriamo il settore alberghiero, l’ampio tessuto micro ricettivo, i pubblici esercizi, il mare, e in generale tutto l’indotto anche commerciale che si genera dall’importante flusso di arrivi e presenze che soprattutto nella stagione estiva interessa il nostro territorio». “E’ bene lanciare il grido di allarme ora – conclude il Presidente De Santis – prima che si accumulino altri danni. Quest’estate non possiamo permetterci una riduzione dei servizi né tanto meno restituire anche lontanamente la sensazione che il nostro territorio sia poco o per nulla raggiungibile. Non possiamo permettercelo!».