BARI – I fotografi scendono in piazza e chiedono rispetto. L’Afps, un’associazione salentina di fotografi che sin dall’inizio ha riunito e fatto dialogare i professionisti della fotografia nel Salento ed in Puglia, ha deciso di orgnaizzar euna manfiestaiozne per dare forza alle loro istanze.
L’appuntamento è fissato per martedì 16 giugno, alle ore 11, a Bari, davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia. “Dopo tre anni di lavoro e collaborazione – spiega il presidente Alberto Caputo – ci troviamo ad affrontare delle problematiche che esulano dalla fotografia, ma che minacciano il futuro del nostro settore e dell’intero comparto eventi, dove noi, nella maggior parte delle volte, siamo i diretti interessati. Per questo motivo, con il nostro direttivo, abbiamo deciso di divulgare le nostre difficoltà e intenzioni”.
A far scattare la protesta è stata soprattutto la grave situazione economica scoppiata in seguito all’emergenza sanitaria. Basti pensare al crollo totale degli eventi organizzati per l’anno 2020 e primi mesi del 2021. In particolare il settore delle cerimonie di matrimonio è in ginocchio in seguito al conseguente annullamento da parte delle coppie di sposi dell’evento, in alcuni casi rinviandolo al 2021 e 2022.
“Questa situazione – afferma Caputo – ha generato una “voragine” economica non indifferente per tutti gli operatori del settore, costretti a vedersi azzerare gli incassi e spesso restituire caparre e acconti già precedentemente incassati a seguito dell’annullamento. Il comparto dell’industria del matrimonio in Italia, crea un indotto economico di circa 40 miliardi di euro suddivisa tra le varie categorie merceologiche, con particolare attenzione sui 400 milioni di euro solo per il settore fotografico, dati economici per decenni ignorati dai governi nazionali succedutisi alla guida del paese ed oggi invece emersi a seguito di una situazione particolarmente difficile”.
Alla manifestazione che si svolgerà nel capoluogo pugliese sono stati invitati tutti i professionisti del settore “per far sentire ancor di più la nostra voce”.