“Ancora a casa. La fase due non è che la fase uno, ma con una “concessione” in più: sarà possibile andare a trovare i parenti, ma solo all’interno della propria Regione di appartenenza.
Dopo quasi due mesi di reclusione, gli italiani aspettavano con ansia e trepidazione la cosiddetta fase due, quella della riapertura, quella delle limitazioni di contenimento, ma comunque quella della riacquisizione del sacro diritto costituzionale di libertà individuale.
E invece? Invece abbiamo ancora una volta assistito ad uno show televisivo, ricco di slogan propagandistici, ideati dalla Casalino & co, ma completamente spoglio di quei contenuti che sessanta milioni di italiani aspettavano da tempo.
L’Italia ai tempi del coronavirus si ritrova nelle mani di un Presidente sovrano, ma non sovranista, il quale è l’annunciatore di una comunicazione governativa pessima e difficoltosa da comprendere – oltreché da pronunciare –. Una conferenza annunciata per le 20.20, che inizia con il solito ritardo al quale siamo ormai abituati, come quando il fidanzato attende la ragazza in macchina per decine di minuti in attesa che esca dal portone. Una conferenza stampa iniziata con “Se ami l’Italia mantieni la distanza”, giusto per tenere a bada gli animi degli italiani e incantarli con la poesia della buonanotte. E poi finalmente la risposta alla domanda: cosa prevede il nuovo decreto? Sostanzialmente nulla.
Giuseppe Conte è un Premier, elevatosi a statista, simbolo del popolo gregge costretto a pendere dalla sua bocca. Ritrovarsi alla guida di un Paese nella difficile condizione che stiamo vivendo non è certo un gioco da ragazzi. Occorre però porsi la domanda del perché negli altri Paesi del Mondo, si sia già riprogrammata un’apertura totale, con le dovute misure di sicurezza, mentre in Italia siamo ancora schiavi dell’autocertificazione. La concessione per andare a trovare i propri congiunti – termine al top delle tendenze sul motore di ricerca Google – non è altro che un semplice contentino, con il quale però gli italiani se ne fanno poco o nulla.
Serviva sbloccare le piccole medie imprese, che con il passare del tempo non hanno più la certezza di poter riaprire, a causa delle tasse che si ritroveranno a dover pagare. Ma le tasse sono state rinviate, vero. Ma gli affitti dei locali? E tutte le altre imposte che l’esecutivo piazzerà prima o poi? Perché non prendiamoci in giro, prima o poi arriverà il conto da pagare, e sarà salatissimo.
Ci sono imprenditori che non hanno ancora ricevuto un euro, e nonostante ciò, mai una parola di scusa è stata proferita dal Premier, per la scarsa consistenza del sistema burocratico italiano, che oggi si rimette nelle mani dell’Inps.
Non una parola sulle Università, ma solo un ipocrita ringraziamento ai Professori ed agli addetti ai lavori del settore scolastico. La scuola riaprirà a settembre, forse, perché lo stesso Brusaferro – membro dell’Istituto Superiore di Sanità – ha quasi smentito quest’ipotesi, o per lo meno non è stato in grado di confermarla.
Siamo nelle mani di un Governo indeciso, inadeguato sia nella comunicazione che nel modus operandi. Ma siamo altresì in mano a delle opposizioni che non hanno il coraggio di agire in Parlamento, bensì trovano il coraggio di urlare esclusivamente a mezzo Facebook.
Questo è l’attuale sistema politico sociale in cui è riversata la cara Italia. Una Nazione, che a detta dello stesso Conte è ammirata ed osservata nel mondo. Ma in realtà è semplicemente sorvegliata da Istituzioni europee che da una parte ci danno il contentino, mentre dall’altra parte ce lo fanno pagare con gli interessi.
Gli Italiani saranno ancora costretti agli arresti domiciliari per altre due settimane, almeno. Intanto brancolano nel buio, senza certezze e, soprattutto, senza una guida solida che sappia indicare la strada della ripartenza”.