BARI – Al via a maggio il Piano di azione di contrasto alla Xylella fastidiosa per l’anno 2020, approvato dalla Giunta regionale, che prevede il monitoraggio e le attività di eradicazione e contenimento nelle aree delimitate, ovvero zona indenne, zona cuscinetto e zona di contenimento, ossia 20 km della zona infetta a confine con la zona cuscinetto in cui si applicano le misure di contenimento e sui siti indenni, con una priorità data alla Piana degli Ulivi Monumentali, mentre sono fondamentali le buone pratiche anche degli enti pubblici Comuni, Demanio e Consorzi di bonifica, perché non basta che gli agricoltori facciano doviziosamente arature e trinciature, se le stesse procedure non vengono attuate su ben più vaste aree pubbliche, troppo spesso in stato di abbandono. A dichiararlo è Coldiretti Puglia che torna a chiedere una stretta sulle eradicazioni per estinguere i focolai attivi nelle aree a forte vocazione olivicola e paesaggistica per arrestare l’avanzata della malattia che in 6 anni ha provocato danni per oltre 1,6 miliardi di euro.
Per questo Coldiretti Puglia, con una lettera a firma del Presidente e Direttore regionali, Muraglia e Piccioni, aveva chiesto al Presidente della Regione Puglia Emiliano e al Commissario dell’Arif Ranieri lo stato dell’arte degli espianti degli ulivi infetti, sollecitando il necessario rifinanziamento del monitoraggio degli insetti vettori e una opportuna comunicazione istituzionale che garantisca informazioni certe e univoche agli imprenditori agricoli dell’area contenimento e cuscinetto.
“Il fronte della malattia in Puglia è ancora molto ampio e la Xylella è tutt’altro che sotto controllo mentre l’insetto vettore, la sputacchina, ha già superato i primi stadi giovanili ed è ormai prossima a divenire insetto adulto in molte aree e terreni. Se fosse stata applicata per tempo e alla lettera la normativa comunitaria i focolai sarebbero stato estinti, piuttosto che risultare ad oggi ancora attivi, con piante malate che costituiscono fonte di inoculo e diffusione ulteriore della Xylella. Se le attività di espianto non saranno svolte con convinzione l’avanzata della Xylella è certa”, ha detto nella missiva il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, offrendo la collaborazione dell’Organizzazione per una stretta alle attività di contenimento.
A questo proposito, al fine di dare supporto concreto alle misure di contenimento imposte dalla Comunità europea – ha aggiunto Coldiretti Puglia – potrebbero essere proprio le imprese agricole, in possesso di requisiti e attrezzature specifiche, a poter svolgere le attività di espianto, funzionali al contenimento della malattia, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico, attraverso la costituzione di un apposito elenco in deroga al codice degli appalti, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 228/2001 recante “Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo 7 della legge 5/03/2001 numero 57”.
Il ricorso alle imprese agricole è già in fase di sperimentazione in provincia di Lecce, con il Comune di Ugento che ha avviato la procedura per la costituzione di un elenco di imprenditori agricoli interessati ad assumere in appalto lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e al mantenimento dell’assetto idrogeologico, in deroga al codice degli appalti, proprio ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 228/2001.
“Al contempo il sistema dei monitoraggi e dei campionamenti va potenziato perché ancora oggi si basa principalmente su analisi visiva di ulivi troppo spesso asintomatici”, ha aggiunto il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni. “Monitoraggi e campionamenti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione. Stigmatizziamo il mancato finanziamento per il 2020 dell’attività di monitoraggio dell’insetto vettore – ha aggiunto il direttore Piccioni – attività essenziale per tracciare il percorso e lo stato di avanzamento degli stadi di vita della ‘sputacchina’ e rendere maggiormente efficaci le ‘buone prassi’ in agricoltura”.
Sin dal 22 marzo scorso sono stati rinvenuti in Salento esemplari adulti di Philaenus spumarius, le sputacchine, per cui – conclude Coldiretti Puglia – sono necessarie le lavorazioni del terreno, trinciatura ed interramento della vegetazione spontanea.