Con il campionato fermo e con l’obbligo di restare a casa, i giocatori del Lecce stanno provando a riavvolgere il nastro della loro Serie A, interrotta mentre la lotta per la salvezza era nel vivo, e a non pensare alle brutte pagine che vive l’Italia presa nella morsa del Coronavirus.
Marco Calderoni, alla sua prima esperienza nella massima serie, ha provato, in una video-intervista pubblicata sui canali ufficiali del club giallorosso, a raccontare le emozioni vissute durante questa esperienza, ma prima di tutto a voluto chiarire la sua posizione riguardo all’interruzione del calcio giocato.
«E’ un momento particolare dove è giusto che il calcio abbia lasciato spazio a cose ben più importanti.» Chiarisce subito l’esterno difensivo, arrivato lo scorso anno dal Novara. «Di certo mi manca il campo di gioco, anche perché stavo disputando il mio primo anno in Serie A, una stagione speciale. Dei tre gol realizzati il primo è stato fortunoso, perché sono stato agevolato dalla deviazione di un difensore, ma lo considero comunque indimenticabile. Certamente il gol più bello e anche più importante di tutta la mia carriera è quello realizzato contro il Milan. Vuoi perché è stato decisivo per il punteggio finale, ma anche perché è stato fatto in uno stadio, San Siro, che mi sono sempre rifiutato di vedere da spettatore. Ho sempre sperato di poterci giocare un giorno e sono stato ripagato dell’attesa, non solo disputando due match, ma soprattutto segnando la rete ai rossoneri.»
Il Lecce è una grande famiglia e anche Calderoni parla di nostalgia verso i propri compagni di squadra. «Si passava molto tempo in gruppo, dunque è normale che mi manchino i miei compagni. Adesso ci sentiamo spesso attraverso una chat di gruppo dove proviamo a sdrammatizzare questa situazione gravissima. Speriamo di tornare presto a giocare perché vorrà dire che tutto questo periodo sarà ormai alle spalle.»
Nell’attesa di un possibile ritorno agli allenamenti, anche Calderoni viene monitorato costantemente dallo staff atletico e sanitario dell’U.S. Lecce. «Sto provando a mantenermi in forma pur avendo una casa piuttosto piccola. In una stanza ho un tapis roulant che mi permette di correre e poi provo a fare altri esercizi con gli attrezzi che posseggo. In assenza di questi, chiedo aiuto a mia moglie.»
Ed è proprio il fattore famiglia ad essere fondamentale per il giocatore leccese. «In questi momenti capisci come siano fondamentali la famiglia e la salute. Ho un bimbo piccolo con cui gioco spesso ai videogiochi ed è grazie a lui e a mia moglie che riesco a sorridere in questi giorni così difficili per il Paese. I miei familiari sono al nord e per fortuna, grazie alle videochiamate, li riesco a sentire meno distanti.»