Il coronavirus e l’uguaglianza sociale
“Una cosa l’abbiamo ottenuta con questo coronavirus: l’uguaglianza sociale. Di fronte al virus siamo tutti uguali! Era ora! il virus tanto temuto, non accetta raccomandazioni: colpisce inesorabilmente tanto il ricco quanto il povero, il principe e l’usciere, la regina e il maggiordomo e se c’è qualcuno che piagnucolando gli si rivolge pietoso “sono amico dell’onorevole” oppure “mi manda monsignore”, quello se la ride e sferza colpi a destra e a manca senza fare distinzioni. Cosi quella tanto sospirata uguaglianza sociale finalmente si è realizzata grazie al virus e speriamo che questa drammatica esperienza sia di monito per tutti noi.
Un’altra considerazione vorrei proporvi: la grande professionalità e la dedizione dei nostri medici. A chiamarli eroi, angeli custodi, prodi combattenti contro un nemico invisibile, sono quelli stessi che per anni li hanno bellamente ignorati, lasciandoli soli ad arrangiarsi alla meno peggio. Troppo spesso costretti a subire incomprensibili decisioni e troppo spesso soffocati e repressi a lavorare con pochi mezzi e tante critiche. Ricordiamocelo, quando questa situazione sarà passata (spero presto) e ficchiamocelo bene in testa: il medico è quello che ci salva la vita e che si adopera con tutte le sue forze affinché sia raggiunto questo nobile intento. Questi sono i medici che in qualsiasi momento si verifichi un evento catastrofico, sono pronti a rispondere e a rischiare la vita per tutelare la nostra salute. Ricordiamolo specialmente quando il coronavirus sarà sconfitto. E lo ricordino i gestori di questa tanto bistrattata sanità salentina cercando collaborazioni e non imposizioni.
Infine mi pare giusto sottolineare un dato assai importante. Gli infettivologi salentini, al pari dei colleghi che operano in prestigiosi Centri (Sacco, Spallanzani, San Matteo) stanno sperimentando una nuova strategia terapeutica che si spera possa dimostrare efficacia e salvare quanto più possibile vite umane.
Speriamo che queste considerazioni siano accolte con auspicabile senso di umiltà senza critiche e polemiche, eliminando sciocchi favoritismi (niente amici degli amici) badando alla capacità ed alla cultura. Solo così affronteremo con animo puro le inevitabili ulteriori pandemie e, ricordate: i virus non accettano
raccomandazioni”.