LECCE – In seguito alle polemiche che hanno accompagnato la decisione di fari disputare la gara tra Lecce e Atalanta – in programma domenica allo stadio di Via del Mare – e di autorizzare conseguentemente anche la trasferta dei tifosi bergamaschi a Lecce, riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del sindaco di Lecce Carlo Salvemini. Che precisa e accusa.
“La decisione condivisa da Ministero dello Sport, Figc e Coni di rinviare solo cinque delle partite del campionato di serie A previste per domenica 1 marzo è incomprensibile in quanto tardiva, frettolosa, parziale.
Si tratta di una iniziativa che nulla sembra avere a che fare le esigenze di prudenza e prevenzione relative alla diffusione del Coronavirus, ma solo con la tutela degli interessi legati al mondo del calcio che sarebbero stati colpiti dal gioco delle partite a porte chiuse”.
Secondo Salvemini “più logico, coerente e trasparente nei confronti della popolazione sarebbe stato procedere per tempo al rinvio dell’intera giornata calcistica, così come sta avvenendo in altri campionati sportivi.
È stato deciso invece che si giocheranno regolarmente a porte aperte Lecce – Atalanta, Lazio – Bologna, Napoli – Torino senza alcun divieto di trasferta per i tifosi ospiti – provenienti da aree colpite da covid 19- di cui pure si è parlato nei giorni scorsi come provvedimento prudenziale”.
“La Regione Puglia, la Prefettura, la Asl territoriale, il Comune di Lecce e le altre autorità locali, preso atto del provvedimento – fa sapere il primo cittadino leccese – si attiveranno in occasione della partita di domani per il rispetto dell’ordinanza regionale e delle direttive ministeriali relative all’emergenza Covid19, che prevedono, in caso di riscontro di sintomi, l’attivazione di protocolli sanitari. A tal fine saranno installate agli ingressi dello stadio dalla Asl territoriale postazioni per uno screening sanitario di base destinato agli spettatori della partita e sarà garantito il trasferimento in sicurezza sui bus Sgm dei tifosi che arriveranno alla stazione”.
Non manca una stilettata al Govenro centrale: “L’esigenza di uniformare direttive, interventi, iniziative territoriali su tutto il territorio nazionale, al fine di garantire efficienza ed efficacia delle stesse, pur ribadita più volte dal Governo e dalle strutture attivate a livello nazionale per la gestione dell’emergenza, risulta in questo caso disattesa”.
Nel mirino di Salvemini finisce anche il mondo politico, in particolare l’europarlamentare D’Attis. “In queste ore di emergenza sanitaria coloro che intendono le responsabilità pubbliche come servizio alla comunità sono impegnati a studiare, documentarsi, coordinare le iniziative delle amministrazioni di cui sono responsabili. Altri, come capita di leggere sui social, sono invece impegnati a innestare polemiche politiche sulla legittima preoccupazione della popolazione. Da ultima leggo la nota del parlamentare della Repubblica D’Attis. Il quale definisce “zona rossa” il bergamasco – in realtà è zona gialla – e Bergamo una città a 100 chilometri dal “focolare” del virus (sic). Invito D’Attis a perdere meno tempo in polemiche e a spendere più energie nel documentarsi per dare un contributo di sostanza alla gestione di una emergenza inedita”.