LECCE – Il programma Tv “Striscia la Notizia” si è occupato nei giorni scorsi delle criticità della Asl di Lecce. Alcune strutture mancano dei macchinari necessari, altri sono inutilizzati, diversi sono danneggiati.
Di riflesso si è fatta nuova luce sui problemi relativi al “caso Gallipoli”, riscontrati dopo la chiusura unilaterale del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (Simt) del presidio gallipolino nel 2018 causa lavori di adeguamento strutturale. Cantieri che dovevano durare soltanto 90 giorni ad oggi ancora aperti e ad aggravare la situazione persistenti problemi strutturali e fondi mancanti per l’espletamento delle operazioni di pulizia straordinaria.
La Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (Fidas) di Lecce aveva già avuto modo di evidenziare tali gravi criticità in occasione di una conferenza stampa dell’agosto 2018 e oggi torna a denunciare le responsabilità dell’Asl Lecce.“E’ un modo di fare che non ci appartiene e che condanniamo fermamente – spiega il presidente provinciale della Fidas leccese, Emanuele Gatto – C’è bisogno di chiarezza da parte della Asl Lecce su quelle che sono le reali motivazioni che hanno portato al default del sistema trasfusionale. Con la conseguenza che le Associazioni di donatori sono chiamate oggi a fronteggiare, tra mille difficoltà strutturali, la grave carenza di sangue che ha messo in ginocchio l’intero sistema trasfusionale salentino. Fidas non ci sta e non si presta a nessun gioco sulla pelle dei malati”.
Fino a pochi anni fa il Simt gallipolino è stato uno dei fiori all’occhiello dell’intera rete trasfusionale regionale per l’attività di plasmaferesi. La sua chiusura ha comportato il succedersi di diverse situazioni di emergenza e un grave danno, anche in termini economici. Azzerando la raccolta di plasma da inviare all’industria per la produzione di farmaci plasmaderivati, la Asl deve affrontare spese gravose per l’acquisto di prodotti specifici, messi prima a disposizione “in conto lavorazione” e quindi gratuitamente.
Cioè che maggiormente preoccupa Fidas è la serie di disagi riscontrati dai pazienti talassemici afferenti all’ospedale di Gallipoli, nel sottoporsi alla terapia trasfusionale per loro vitale. Va precisato che i macchinari in stand-by in struttura, saranno allocati all’interno dei nuovi ambienti del nuovo servizio trasfusionale non appena operativo. Condizione diventata insostenibile secondo Gatto: “Per questo – fa sapere – nei prossimi giorni presenteremo uno specifico e dettagliato esposto tanto alla Procura della Repubblica quanto alla Corte dei Conti perché è giusto che i responsabili paghino per scelte scriteriate dettate da logiche politiche lontane dalla realtà quotidiana con la quale solo noi donatori ci confrontiamo”.