PITTSBURGH (USA) – Da quando, all’età di un anno, è stata diagnosticata a Giorgia la Sindrome di Berdon, la sua mamma Elisa è sempre rimasta al suo fianco, facendo da spola tra ospedale e casa per seguire anche il fratello della bimba, Jordy. Ha dovuto anche abbandonare il suo lavoro perché la piccola ha bisogno di cure e attenzioni speciali, soprattutto dopo il trapianto multiorgano al quale è stata sottoposta recentemente a Pittsburg, negli Stati Uniti.
Giorgia continua la sua battaglia contro la malattia con grande coraggio e forza di volontà. Cucina, gioca, scherza, è un vero vulcano di energie. Dopo il trapianto multiorgano al quale è stata sottoposta però, non sono mancati i momenti difficili alternati a grandi vittorie come quella confermata durante la diretta Facebook di poche ore fa. Giorgia da ieri sera è alimentata per via enterale, attraverso un sondino che porta nutrimento direttamente all’apparato digerente. Sospesa quindi, al momento, la nutrizione parenterale, per via venosa.
La decisione dei medici è scaturita dalla necessità di verificare il funzionamento degli altri organi, come dice Giorgia “bisogna vedere se lo stomaco collabora”. A pochi giorni dal trapianto, è chiaramente un grande passo avanti.
Rimane la grande preoccupazione relativa al risultato della biopsia eseguita pochi giorni fa, che ha evidenziato la prima fase di rigetto dei nuovi organi. La terapia farmacologica al momento, è l’unica strada percorribile per scongiurare un aggravamento e un rigetto completo, ma provoca picchi di glucosio molto alti nel sangue e Giorgia che deve assumere insulina per via intradermica più volte al giorno. Non è valutabile la sospensione di questi farmaci, semmai potrebbe essere possibile ridurne i dosaggi. Per seguire questa strada i medici dovranno eseguire due biopsie ogni settimana, con il rischio ogni volta di provocare perforazioni, emorragie e dolore alla piccola Giorgia. È un tipo di indagine che può provare anche psicologicamente, perché rende necessario un cambio di reparto e il nuovo ambiente ricorda molto la sala operatoria.
Domani mattina intorno alle 7, ora locale, Giorgia si sottoporrà alla biopsia e bisognerà attendere fino a sera (notte fonda in Italia) per conoscere il responso, creando ulteriore stress.
L’iter post-trapianto è lungo e costellato di difficoltà, ma Elisa è fiduciosa e la piccola Giorgia riesce ad essere forte per entrambe e continua a lottare come una vera guerriera.