LECCE – Lo scontro si fa duro a Palazzo Carafa. “Ci vediamo a Lecce”, aveva detto a caldo dopo il trionfo elettorale in Umbria Matteo Salvini. A stretto giro la replica di Carlo Salvemini: “Non capisco se è una promessa o una minaccia quella di venire a Lecce. In ogni caso la Lega – con il centrodestra unito – noi l’abbiamo sconfitta a maggio. Se cerca la rivincita, noi in Puglia siamo pronti”. Punto e a capo. E ora, dopo il botta e risposta a distanza tra Salvini e Salvemini, scendono in campo le seconde linee. Ad attaccare frontalmente il sindaco di Lecce è il consigliere comunale della Lega, Rino Martini; “Anche i marziani sanno che hai vinto le comunali perché pezzi importanti e anche storici del centrodestra, ti hanno supportato un po’ per il rifiuto di comportamenti sciagurati e miopi e per gli errori degli ultimi anni, ma soprattutto perché hai imparato tu o chi per te, a servirti dei meccanismi di quel clientelismo che tanto aborrivi tra i banchi dell’opposizione, ma che ti sono stati gentilmente offerti dal potere arrogante e prepotente messo a tua disposizione da Emiliano. Prova ne sia il travolgente, contemporaneo successo della Lega che, lo stesso giorno, ha preso il 26% delle preferenze dagli stessi leccesi, sbaragliando le sinistre e i 5stelle”. La replica della maggioranza non si fa attendere. Ad intervenire è uno dei fedelissimi di Salvemini, il capogruppo di Lecce città pubblica, Pierpaolo Patti: “ Quando parla di accuse di clientelismo, sarebbe bene che il consigliere Martini guardasse al proprio schieramento. Per usare una formula a lui cara, lo sanno anche i marziani che il blocco di potere sul quale hanno prosperato tanti entusiasti neoleghisti è crollato sotto l’indignazione della maggioranza dei cittadini leccesi che, nel 2017 e poi con più forza nel 2019, hanno voltato pagina”. “Il progetto politico che ha portato nuovamente il sindaco Salvemini al governo della città – aggiunge Patti – si è retto su un programma ambizioso e chiaro, sull’entusiasmo di centinaia di militanti e sulla forza di partiti e civiche impegnate a costruire una “Città di tutti”. L’esatto contrario di quello che era stata la città, quando a governare erano i neoleghisti, che oggi si riscoprono, da leccesi, fulminati sulla via di Pontida”. Singolare il fatto che ad accendere polemiche politiche e Palazzo Carafa sia stato il leader di un partito nazionale. Un sussulto che è servito a rianimare un confronto tra maggioranza e minoranza mai decollato durante la seconda consiliatura targata Salvemini.