La Cgil accusa: “L’ospedale di Galatina è in agonia”
GALATINA – Sotto accusa l’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina. In una lunga e dettagliata nota la Fp Cgil Lecce denuncia “lo stato di agonia in cui versa l’ospedale. La situazione del presidio ospedaliero è preoccupante, tanto per l’utenza quanto per gli operatori”.
“Da mesi – spiega il segretario Floriano Polimeno – ormai l’attività e l’assistenza ai pazienti viene garantita in un contesto caratterizzato dalla gravissima carenza di personale medico. Per sopperire a tale carenza si ricorre a sedute aggiuntive, con grave rischio clinico per il paziente: un escamotage che non consente al personale turnista il dovuto riposo. E dove non si riesce ad aggirare l’ostacolo in questo modo, si procede ad un lento e progressivo smantellamento dei servizi offerti”.
Di seguito le criticità riscontrate dal sindacato: 1) Nell’Unità operativa di Malattie Infettive (20 posti letto), la gravissima carenza di personale medico, dovuta anche dal trasferimento di 2 medici presso altri presidi, non consente di garantire l’attività di reparto e pertanto la Direzione ha disposto il blocco dei ricoveri. E di fatto, ormai da qualche mese, la chiusura del reparto. Tra l’altro non si ha alcuna notizia di una riapertura, nonostante la delibera di giunta del piano di riordino della rete ospedaliera preveda tale Unità a Galatina; 2) Nel reparto di Pneumologia, a causa della carenza di personale medico, si è disposta la riduzione da 20 a 12 posti letto. Nonostante il trasferimento avvenuto di recente di 2 unità mediche, non si riesce a garantire neanche la turnazione minima in pronta disponibilità; 3) Nel reparto di Gastroenterologia, a causa della carenza di personale medico, si è disposta la riduzione da 20 a 10 posti letto. Il personale medico è esausto e sovraccaricato, dovendo anche affrontare le guardie inter divisionali di presidio; 4) Il reparto di Medicina oramai risulta in ginocchio a causa della carenza di personale medico: su un’unica ala si “coprono” 27 Posti letto. Lo stato di stress lavorativo del personale medico risulta altissimo, dovendo garantire le guardie inter divisionali. Il personale medico è praticamente assente dalla turnazione mattutina e pomeridiana, con grave ripercussione sull’assistenza diretta ai pazienti ricoverati; 5) In Nefrologia e Dialisi, primo reparto in provincia per attività, la carenza di personale è cronica. La Direzione non riesce a garantire nemmeno la presenza di Operatori sociosanitari (Oss), per offrire un’adeguata assistenza al paziente dialitico. Negli ultimi anni il personale Oss in servizio si è ridotto da 7 a 4 unità. Stesso discorso vale per il personale infermieristico, che addirittura ricorre alle sedute aggiuntive per coprire i turni nel reparto di Dialisi. Dal punto di vista del personale medico, al posto delle 7 unità previste in organico, l’attività in questo reparto (e nelle sedi periferiche di Nardò e Calimera) vengono gestite con solo 5 medici. Va inoltre scongiurata la paventata disattivazione della turnazione notturna del personale infermieristico: non si osa immaginare come potrebbe essere trattato un paziente che necessità di trattamento dialitico, con il medico assente e che deve essere chiamato in pronta disponibilità e addirittura in assenza dell’infermiere di dialisi”.
Un lungo cahier des dolèances che chiama in causa i vertici della Asl di Lecce. “La scelta di ridurre i posti letto (circa 45) – si legge in una nota – espone di fatto il “Santa Caterina Novella” e l’intera azienda a rischi enormi. Eliminare 45 posti ha una serie di conseguenze sul territorio:
gli altri presidi della Asl di Lecce sono costretti ad aumentare la capacità recettiva, determinando il fenomeno dell’extra-locazione di pazienti di area medica in reparti di area chirurgica. Una dinamica che già si riscontra in altri presidi, “Fazzi” compreso dove risultano ricoverati pazienti complessi di area pneumologica e internistica nei reparti di oculistica e chirurgia plastica, con gravissimo rischio clinico. Sarebbe utile conoscere l’indice di mortalità registrato nei presidi della nostra Asl negli ultimi anni, in concomitanza dei continui tagli di posti letto per “acuti”, specie nell’area medica; portando il Presidio ospedaliero di Galatina dai 156 posti letto, deliberati dalla giunta Regionale, a 110 posti letto circa, si spinge il presidio in deficit sistemico: qui i Drg (Diagnosis-related group, in italiano Raggruppamento omogeneo di diagnosi) prodotti non copriranno mai i costi di gestione. Vale la pena ricordare che i deficit di bilancio di un presidio possono giustificare decisioni, da parte della direzione Generale, di ulteriori tagli e chiusure nel presidio”. Ma non basta. Ci sarebbero altre criticità: “a) In Cardiologia le consulenze continue ai reparti e al Pronto Soccorso costringono le uniche 4 unità mediche in servizio a turni massacranti, che si espletano anche con sedute aggiuntive. La gravissima carenza di personale medico costringe il personale medico ad effettuare turni che vanno ben oltre le 38 ore settimanali previste dal contratto di lavoro, in palese violazione della normativa in vigore. Qui le urgenze vengono gestite in condizioni disagiate e i trasferimenti urgenti di pazienti sono trattati da un solo cardiologo medico di turno che, trovandosi spesso solo, deve sospendere le altre attività. Viene da chiedersi: con quale sicurezza per il paziente sono gestite le urgenze cardiologiche? Quale sicurezza si offre al paziente cardiologico che giunge al pronto soccorso di Galatina? È solo lo spirito di abnegazione e di sacrificio dei lavoratori (a cui sono sospesi congedi straordinari e ferie) che consente di evitare situazioni di pericolo per l’incolumità del paziente; b) di recente si è disposta la disattivazione dell’ambulatorio di Ortopedie e sala Gessi, con il contestuale trasferimento del personale medico in altri ospedali. Ciò comporta per il pronto soccorso di Galatina continui e frequenti trasferimenti verso altri presidi di pazienti che presentano piccoli traumi e ferite. Viene da chiedersi se non fosse il caso di lasciare aperto l’ambulatorio già esistente, se è vero che la Direzione Generale ha in mente di attivare una “Week Surgery ortopedica” a Galatina. Il Servizio di Pronto Soccorso risulta in costante affanno, sia per l’alto numero di pazienti trattati sia dai continui trasferimenti di pazienti presso altre strutture della Asl, considerato che nelle condizioni attuali l’Ospedale di Galatina non è in grado di accogliere urgenze di una certa gravità. Al “Santa Caterina Novella”, ad oggi, diventa incomprensibile come possa essere classificato ospedale di base”.
Dopo un Piano di rientro imposto dal Governo nazionale, costato per anni lacrime e sacrifici all’utenza e agli operatori della sanità, l’auspico – fanno sapere dalla Fp Cgil – era di “un periodo di rilancio per la rete ospedaliera. Invece ci ritroviamo con un ospedale agonizzante, che ha ridotto non solo l’attività sui pazienti ricoverati ma anche l’offerta di prestazioni ambulatoriali (tra l’altro con tempi di attesa lunghissimi). Basti pensare che al disagio dell’attrezzatura Tac per il servizio di Radiologia, che dopo una lunga serie di traversie pare che in futuro il presidio potrà godere della installazione di un nuovo macchinario: sperando che non sia troppo tardi. Nel frattempo anche gli esami con Tac vengono effettuate presso altri presidi dell’azienda”. “La contraddizione è eclatante: da una parte si investono risorse economiche, attingendo da vari finanziamenti regionali ed europei, per il rifacimento di reparti, aree di degenza, pronto soccorso, sale operatorie; dall’altra si mortificano le professionalità, mentre sempre più spesso l’utenza è obbligata a recarsi in altri ospedali, o alla sanità privata, per effettuare prestazioni anche di medio-basso livello”.
Di fronte a tale situazione, la Fp Cgil Lecce chiede alle istituzioni un intervento urgente, per dare risposte all’utenza del Distretto di Galatina e per chiarire quale livello di assistenza si offre al paziente e quale prospettiva lavorativa si riserva agli operatori.