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I detenuti al lavoro in Procura: al via un progetto

 

LECCE – Le pene “non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Così recita l’articolo 27 della Costituzione, segno tangibile della volontà di puntare al reinserimento sociale del detenuto. Da queste basi nasce il progetto messo in campo da Procura della Repubblica di Lecce, in collaborazione con il Comune di Lecce e la Casa Circondariale di Lecce illustrato questa mattina all’Open Space di Palazzo Carafa. I detenuti – selezionati attraverso determinati criteri – verranno accolti negli uffici della Procura leccese per svolgere mansioni di tipo manuale o concettuale, così come ha sottolineato il Procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris. Si tratta di un’opportunità concreta di reinserimento sociale e lavorativo, una risposta reale ai principi costituzionali. Il progetto verrà attuato in condizoni di massima sicurezza.
La funzione rieducativa prevista nella Costituzione – ha ammesso De Castris – è fallita perché molto spesso gli ex detenuti, una volta liberi, sono inclini a delinquere più di prima. Apprezziamo il coraggio dell’Amministrazione Penitenziaria e l’impegno del Comune. Da parte nostra intendiamo dare una mano affinché questa convenzione possa realizzarsi. Pensiamo che il rispetto degli orari, delle regole e l’auspico di siglare rapporti istituzionali corretti sia la migliore forma di riabilitazione che si possa immaginare”. Di vero e proprio “atto coraggio della magistratura”, ha parlato invece Rita Russo, direttrice della Casa Circondariale di Lecce.
In concreto, la Procura della Repubblica di Lecce si impegna ad accogliere presso i propri Uffici il detenuto (ovvero un numero massimo di cinque detenuti) per un periodo, per ogni detenuto o gruppo di detenuti, non superiore a 24 mesi ciascuno, nel quale svolgerà ovvero svolgeranno attività lavorativa di pubblica utilità per 4 ore giornaliere, dalle ore 9 alle ore 13, e consistente in lavori di giardinaggio, manutenzione, tinteggiatura, piccoli lavori di facchinaggio, riordino e sistemazione archivi, copia atti di fascicolo non coperti da segreto, scansione documenti non coperti da segreto per l’alimentazione dell’applicativo Tiap, trasferimenti fascicoli tra segreterie ovvero presso altri uffici del palazzo di giustizia di Lecce che non siano da classificare riservati ovvero sensibili ovvero ogni altra mansione compatibile e coerente con il profilo professionale, la formazione e il curriculum scolastico del detenuto; a monitorare gli obiettivi della presente convenzione; a nominare uno (o più) tutor tra i propri dipendenti, anche delle Sezioni di P.G., che svolgerà (svolgeranno) diversi compiti segnalando eventuali criticità.
Il Comune di Lecce si impegnerà invece a versare i contributi Inail per ogni singolo lavoratore/detenuto mentre la Direzione della Casa Circondariale di Lecce si assumerà ogni onere e responsabilità relativamente alla individuazione dei detenuti da inserire nel progetto di cui alla presente Convenzione; al trasporto del detenuto/dei detenuti dalla Casa Circondariale alla sede di lavoro e viceversa; a nominare un tutor che monitorerà, per conto della Casa Circondariale, l’andamento dei singoli progetti di inserimento; all’individuazione, secondo procedure proprie e di esclusiva competenza dell’Amministrazione di appartenenza, i detenuti che potranno beneficiare della misura alternativa alla detenzione.
Alla conferenza stampa di questa mattina è intervenuto anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini.