LECCE – Il percorso è completato. La smilitarizzazione della Polizia di Stato – avviata nel 1981 – è di fatto terminata con l’adozione dei nuovi distintivi di qualifica. Non è un passaggio solo formale, ma sostanziale. Perché grazie alle nuove funzioni e alle nuove qualifiche dei poliziotti si conclude quel passaggio complesso di un’istituzione che abbandona l’ultima eredità formale scrollandosi di dosso qualsivoglia riferimento militare. E’ un momento epocale vissuto con grande intensità e solennità dagli uomini e dalle donne della Polizia di Stato.
I distintivi di qualifica rappresentano, a partire da oggi, una discriminante fondamentale che offre ai poliziotti lo status ufficiale al fine di assicurare e “certificare” sul territorio la Polizia di Stato quale unica forza di Polizia ad esprimere le autorità di pubblica sicurezza.
Nello specifico, un ruolo centrale e rinnovato è stato dato all’aquila, adottata nell’ottobre del 1919 durante il governo Nitti e da cento anni – si legge in una nota – emblema distintivo della Polizia, che trova un proprio spazio anche sui nuovi distintivi. L’aquila infatti con diversi elementi comparirà sotto i plinti, i rombi, i pentagoni e le formelle, segni che caratterizzano le spalline e le uniformi di ogni ruolo della Polizia di Stato.
“E’ il tassello che mancava per rendere visibile il passaggio da una forza militare a una forza civile – ha spiegato il questore di Lecce, Andrea Valentino – Si tratta di un cambiamento sostanziale perché rappresenta la nostra finestra aperta sulla comunità. I distintivi di qualifica sono stati il frutto di un lavoro lungo, meticoloso realizzato da un’apposita Commissione della Polizia di Stato”.
I nuovi distintivi sono stati presentati questa mattina a Lecce alla presenza anche del prefetto Maria Teresa Cucinotta e di altre autorità civili del territorio.