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Cgil e Arci: “Un voto simbolico ai cittadini stranieri”

LECCE – Il 26 maggio, in occasione delle elezioni amministrative, Cgil e Arci invitano i cittadini stranieri residenti a Lecce, ma esclusi dall’esercizio del voto, ad esprimere la loro simbolica preferenza.

Due seggi saranno aperti dalle ore 10 alle ore 18, nello Spazio Diritti Cgil (via delle Anime 26/B) e alla Nuova Ferramenta di Arci (via Pappacoda, 23). Nei seggi saranno utilizzate le stesse procedure delle elezioni ufficiali, ma con schede fac-simile. I risultati del voto simbolico saranno poi diffusi e consegnati ai rappresentanti politici della città.

Nel giorno in cui si tengono le elezioni per il sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale di Lecce, gran parte dei 7.373 stranieri residenti in città non potrà scegliere il primo cittadino tra i vari candidati. In molti paesi europei è già pratica comune l’esercizio del voto per le amministrazioni locali, esteso a tutti i residenti a prescindere dalla nazionalità. Le associazioni e le comunità straniere di Lecce ritengono che la partecipazione al voto di tutti i cittadini soggetti alle decisioni politiche sia un principio fondamentale di ogni stato, per il funzionamento della democrazia e sia uno strumento essenziale per promuovere politiche di inclusione e integrazione.

La legislazione italiana non prevede ancora il diritto di voto per i cittadini extracomunitari residenti, nonostante le tante campagne portate avanti da molte associazioni per riconoscere questo diritto/dovere di ogni cittadino. In concomitanza con le elezioni amministrative 2019, le associazioni e le comunità straniere di Lecce hanno deciso di riprendere una battaglia di civiltà e aderire alla campagna per promuovere a livello europeo la partecipazione politica attraverso il diritto di voto.

“Gli oltre 7mila cittadini stranieri che risiedono a Lecce costituiscono un tessuto sociale perfettamente integrato nella realtà comunale”, dice il Segretario generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi.”In molti casi appartengono a comunità che si sono stabilite qui negli anni Ottanta: sono tutto fuorché ospiti, come qualcuno vorrebbe farli sentire. Piuttosto sono un patrimonio sociale, culturale ed economico importante per lo sviluppo della città. Nascono, crescono, studiano, lavorano, pagano le tasse, eppure la legislazione italiana impedisce loro di esercitare il diritto di scegliere il proprio sindaco. Il voto alle comunità straniere organizzato da Arci e Cgil vuol essere un riconoscimento al ruolo sociale, culturale ed economico da esse svolto, ma anche un appello alla politica affinché cambi paradigma in fatto di integrazione: la gestione dei flussi migratori, il sistema dell’accoglienza, l’integrazione, il diritto di voto agli stranieri devono essere una parte importante della politica di coesione sociale, a tutti i livelli istituzionali. Occorre superare la logica della paura e dei numeri, quella logica che dipinge il fenomeno migratorio come un’invasione. I numeri, anche a Lecce, dicono il contrario: sono sicuramente di più i giovani che viaggiano verso Nord o all’interno dell’Unione Europea in cerca di una prospettiva”.