SAN CESARIO DI LECCE – Multato per transito con semaforo rosso, ma lo strumento di rilevazione è illegittimo perché non autorizzato dal Prefetto. È questa la motivazione che ha portato il Giudice di Pace del Tribunale di Lecce Nicola Brunetti ad accettare il ricorso presentato da un automobilista leccese che lo scorso 18 gennaio 2019 si è visto addebitare una contravvenzione per un’infrazione stradale commessa a San Cesario di Lecce.
L’uomo avrebbe superato l’incrocio tra la strada provinciale 362, via Lecce e l’angolo di via Tondo, nel paese salentino, con il semaforo rosso, disattenzione che sarebbe stata registrata da un rilevatore a postazione fissa e per la quale l’automobilista sarebbe stato multato. Secondo la legge, però, quello strumento non è legittimo perché non gode di autorizzazione prefettizia. Si troverebbe infatti in un punto non compreso dal centro urbano, condizione necessaria perché sia considerato valido ai fini del controllo stradale.
Come spiegato nella sentenza “L’art. 201 C.d.S. comma 1-quarter, introdotto dalla legge 29.07.2010 n. 120, dispone che fuori dai centri possono essere installati apparecchi rilevatori delle infrazioni indicate nella lettera g-bis) del comma 1-bis dello stesso articolo solamente sui tratti di strada individuati dai Prefetti”. Questo perché l’incrocio in questione non farebbe parte del territorio urbano poiché in sua prossimità “non sussistono almeno 25 fabbricati che costituiscano un raggruppamento continuo ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili”.
Il ricorso, quindi, presentato dall’automobilista contro il Comune di San Cesario è stato accolto, con soddisfazione dell’Associazione Codici Grande Salento, con sede in via Mario Bernardini, 2 a Lecce e rappresentata in questo caso dall’avvocato Francesco Del Prete.
Sebbene la vicenda per l’automobilista si sia risolta in maniera positiva, rimane il fatto che quell’apparecchio continua a rilevare infrazioni in maniera non legittima, con conseguenti multe che a quanto pare sarebbero anche numerose. Gli automobilisti sanzionati sarebbero quindi costretti a pagare contravvenzioni che non spetta loro regolarizzare, con conseguenti versamenti di denaro non previsti dalla legge stessa e continui ricorsi legali perché essi vengano evitati.
Una situazione problematica, messa in evidenza dalla sentenza in questione, ancora oggi persistente, e che gli automobilisti salentini sperano sia risolta al più presto dal Comune interessato.