Trivelle nello Jonio, veleni tra Emiliano e i Cinquestelle
ROMA – Polemiche e veleni. L’autorizzazione alle trivelle petrolifere nel mar Jonio ha innescato una serie di reazioni a catena tra i politici di casa nostra. Attacchi e contrattacchi in nome della difesa dle territorio e delle coste pugliesi. Angelo Bonelli dei Verdi è stato lapidario: “Il Ministero dello Sviluppo Economico di Luigi Di Maio ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Jonio. In data 31 dicembre 2018 è stato pubblicato sul Buig (Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse) che autorizza tre nuovi permessi di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2200 chilometri quadrati a favore della società americana Global MED LLC, con sede legale in Colorado, Usa”. Ad accendere la miccia ci ha pensato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano; “È insopportabile la bieca ipocrisia di chi, dopo aver finto di lottare al nostro fianco, appena giunto al Governo del Paese anche grazie ai tanti elettori sensibili a questo argomento, ora assume le medesime condotte dei governi precedenti che si volevano contrastare con la richiesta di referendum antitrivelle. Tali posizioni esprimono una totale indifferenza per le questioni ambientali e per la tutela dei nostri mari e dei nostri territori senza alcuna reale prospettiva di sviluppo economico. Ma soprattutto un cinismo spietato e lobbista come già constatato dalla Puglia nei voltafaccia insopportabili sulle questioni Ilva e Tap”. “La firma dei permessi di ricerca petrolifera con l’Air Gun tra Natale e Capodanno – conclude Emiliano – dà il senso di una delusione grandissima nei confronti di avversari politici con i quali il Governo pugliese aveva lealmente collaborato su queste grandi battaglie senza esitare ad entrare in contrasto con i governi del centrosinistra”. Un provvedimento che sa tanto di beffa secondo il coordinatore provinciale di Puglia Popolare Luigi Mazzei: “Ancora echeggiano le grida di protesta del popolo salentino all’indomani dell’approvazione del Decreto Salva Italia del governo Renzi, che sollevava le Regioni da ogni possibilità di incidere nella concessione delle autorizzazioni a trivellare il mare di Puglia. Di certo affianco delle nostre proteste era presente il Movimento 5 Stelle, che prometteva l’immediata revoca di quel famigerato decreto. Oggi dopo aver registrato le promesse non mantenute per Tap, registriamo la stessa desistenza per le trivelle”. Ancora più duro l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Stea: “Adesso invito tutti i rappresentanti delle istituzioni, tutti gli italiani, tutti i pugliesi alla mobilitazione attiva contro la politica assassina del nostro ecosistema messa in atto da questi dilettanti e falsi ambientalisti grillini. Altro che onestà, onestà”.
La replica dei Cinquestelle non si è fatta attendere. “E’ la solita sterile polemica . tuona la portavoce alla Camera Soave Alemanno – Ancora una volta sulle trivelle si parla a sproposito e senza cognizione. Volete sapere perché il Ministero dello Sviluppo Economico è stato obbligato a rilasciare le autorizzazioni? Semplice, in forza di una legge ereditata dai governi precedenti: Pd, vi ricorda qualcosa?”. “Oggi – spiega Alemanno – le alternative erano soltanto due e cioè bloccare solo temporaneamente le trivellazioni, con il rischio quasi certo di impugnazione senza quindi ottenere alcun risultato definitivo, oppure lavorare fin da subito ad una nuova proposta di legge per mettere fine alle continue richieste di trivellare i nostri mari. Abbiamo scelto la seconda strada: cambiare la legge per cambiare il Paese! Noi non abbiamo cambiato idea da quando il 17 aprile votammo SI al Referendum per non rinnovare le concessioni alle piattaforme che estraggono idrocarburi e oggi, come forza di governo, vogliamo dire una volta per tutte: Mai più trivelle in mare”.