di Valeria Coi
LECCE – “Non ho chiesto soldi, solo l’ampliamento di un terreno per costruire la casa delle famiglie dei bambini oncologici e dei pazienti gravemente ammalati durante le loro degenze; ma la Regione non lo concede, non si pronuncia da un anno, io vorrei solo dare una mano ai genitori dei bambini ricoverati presso l’oncologico pediatrico Giovanni Paolo II e alle famiglie degli ammalati gravi che si trovano ricoverati sempre qui, ma al Vito Fazzi”.
È lo sfogo di Don Gianni Mattia, cappellano dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce che da anni è al servizio dei pazienti ricoverati e soprattutto dei piccoli affetti da gravi malattie e delle loro famiglie. Il terreno è già stato concesso nel 2003 con la giunta Fitto e su quel terreno è stata costruita una struttura, la casa di accoglienza Santa Caterina Labourè, che ha 10 camere da letto e una zona living comune; un posto di cui i familiari dei degenti possono usufruire in base alla necessità e anche alla distanza geografica. Al Vito Fazzi di Lecce e al polo oncologico Giovanni Paolo II arrivano pazienti affetti da patologie gravi, ricoverati in Cardiochirurgia, chirurgia toracica, ematologia, oncologia, oncologia pediatrica e provengono da tutta la Puglia, compreso Foggia, ma anche da altre città come Modena; ci sono parenti che dormono in macchina nel parcheggio dell’ospedale per non allontanarsi troppo o perché hanno difficoltà di natura economica e non si possono permettere di pernottare altrove.
Ampliare la casa di accoglienza santa Caterina Labourè, permetterebbe loro di assistere i loro cari in modo più consono e anche più dignitoso.
Cosa bisognerebbe fare per permettere di costruire altre camere? È necessario un documento da parte della Regione, che autorizzi l’ampliamento attraverso una concessione alla Asl di riferimento, la quale ha già inoltrato la domanda un anno fa. Nessuna risposta in 12 mesi, nonostante le sollecitazioni di Don Gianni: “Quello che chiedo – spiega il cappellano del Fazzi – è di dare alle famiglie dei bambini una maggiore serenità e anche dignità in un periodo terribile della loro vita. Vedo bambini ammalati, a volte li vedo vincere la malattia e alle volte, purtroppo, li vedo andar via per sempre. È doloroso, ma non bisogna arrendersi, perché la carità e l’amore sono tutto ciò che può alleviare l’anima e il cuore di questi genitori messi così a dura prova. Questa casa alla fine – ci spiega Don Gianni – resterebbe alla Asl, non certo a nessun altro. Ma la Regione Puglia non ha mai risposto nonostante sia personalmente andato a sollecitare, a chiedere lumi. Aiutatemi ad aiutare chi ha bisogno – conclude il parroco – ci sono angoli di vita che non conosciamo, ci sono dolori di cui non abbiamo idea, cuori lacerati, lacrime nascoste, paure indescrivibili. Chi governa ci risponda, per favore, poiché non chiediamo nulla, ma solo un ampliamento di terreno in concessione, abbiamo bisogno di capire cosa spinge la Regione a ignorare la nostra richiesta di avere la possibilità di aiutare i bambini oncologici, gli altri malati affetti da patologie gravi e le loro famiglie.”