LECCE – “Questa è una Tari assolutamente sproporzionata rispetto alle reali esigenze della città”. Il centrodestra boccia senza mezzi termini la Tassa sui rifiuti adottata dall’Amministrazione Salvemini, “aumentata mediamente del 15-20 per cento”, così come sottolinea l’ex sindaco Paolo Perrone che parla apertamente di “scelte discrezionali” e non di un atto dovuto.
Perrone snocciola cifre condite da accuse. Si comincia dai 160mila euro di spese straordinarie chieste da Salvemini per recuperare una somma che non ha previsto nel 2017 la vecchia Amministrazione. “Ma perché mai richiedere tale somma anche per il 2019 e il 2020?”. Secondo punto: Salvemini inserisce un milione e mezzo in più all’anno nel capitolato d’appalto per ampliare la aree servite. Secondo Perrone si tratta di un aumento che non trova giustificazioni concrete. E in ogni caso “ne sarebbero stati sufficienti la metà visto che gli affidamenti verranno effettuati nel mese di giugno”. Quanto ai contenziosi è presto detto: Perrone si fa forte di un lodo arbitrale di 200mila euro nei confronti di un privato per la biostabilizzazione dei rifiuti, al contrario Salvemini inserisce nella Tari due milioni di euro “prendendo come riferimento – sottolinea Perrone – il risultato del lodo contro gli altri comuni invece di utilizzare il risultato di quello contro proprio il Comune di Lecce , più favorevole per i leccesi”.
Insomma, per il centrodestra i conti non tornano affatto. “La morale della favola è che Salvemini iperprudente e superficiale ritiene di aver già perduto i contenziosi in toto e richiede il conto in anticipo ai cittadini imponendo un aumento assurdo e ingiustificato della Tari”.