LECCE – Identificati gli attivisti appartenenti alla zona anarco-antagonista che lo scorso 16 marzo durante un corteo di protesta contro la realizzazione del gasdotto TAP, hanno danneggiato il volto della città barocca.
Durante il tragitto, gli attivisti hanno imbrattato i muri di palazzi e teatri di importanza storica, lanciato oggetti contro le forze di polizia ed acceso ed esploso artifizi pirotecnici.
A distanza di un mese esatto, gli investigatori della Digos hanno identificato e denunciato 22 attivisti ritenuti responsabili dei seguenti di imbrattamento di cose, getto pericoloso di cose, danneggiamento, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale,
accensione ed esplosione pericolosa,
violazione del foglio di via obbligatorio.
L’individuazione è stata effettuata attraverso la visione di tutta la documentazione video-foto ripresa dagli operatori della polizia scientifica.
Gli investigatori della Digos hanno scansionato frame per frame tutte le foto ed i video in modo da avere la certezza assoluta che il soggetto penalmente responsabile fosse lo stesso prima, durante e dopo l’atto vandalico e prima e dopo il travisamento compiuto per cercare di sottrarsi alle responsabilità civili e penali delle proprie azioni.
L’informativa di reato, contenente l’elenco dei nominativi dei responsabili, è stata depositata presso la Procura della Repubblica e ciò consentirà, peraltro, a tutti i cittadini che hanno subito danni, in primis il Comune di Lecce, di costituirsi parte civile nel procedimento penale che verrà instaurato per i fatti su esposti.
Tutti i soggetti identificati nell’atto di deturpare i muri della città sono ampiamente conosciuti dalla Polizia in quanto già identificati e deferiti per i fatti di reato in numerose altre manifestazioni del movimento No Tap.
Dieci soggetti erano presenti e furono denunciati per vari reati la sera del 9 dicembre 2017 in occasione del tentativo di assalto al cantiere di San Basilio, dopo aver violato i divieti imposti dall’ordinanza prefettizia.